Eleonora Abbagnato: “A Parigi ero la petite mafieuse, fu destabilizzante. Danza? Metodo sbagliato il precedente”. Eleonora Abbagnato su Parigi, la danza, e non solo. La ballerina siciliana, direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma, 46 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Durante i suoi studi all’Opéra di Parigi, la protagonista si trovò ad affrontare un episodio difficile quando venne apostrofata come «la petite mafieuse». Ricorda che «fu la mamma di una mia compagna a dire questa cosa… avevo 14 anni e quando sei piccola non sai cosa pensare. Mi dissi che magari mio papà lo era mafioso e io non lo sapevo… fu destabilizzante». Nonostante il senso di isolamento, trovò forza nelle sue radici: «Mi tenevo dentro tutto, ero italiana ed ero da sola. Ma ero anche forte, le mie radici mi hanno reso capace di affrontare ogni cosa. Negli anni ho rafforzato il carattere e questo piaceva ai coreografi che mi affidavano ruoli importanti».
Riflettendo sui rapporti interpersonali nel mondo della danza, afferma: «Sono andata d’accordo con tutte le mie compagne, anche a Cannes e a Montecarlo. Alcune hanno continuato a ballare, altre hanno smesso. Ci siamo ritrovate sui social». La sua passione per la danza nacque precocemente, quando cominciò a frequentare una scuola sopra il negozio di sua madre: «A quattro anni ho indossato il primo tutù e non l’ho più tolto. Volevo vestirmi solo da ballerina e spiavo sempre le lezioni. La danza è stata il mio primo amore». Non c’è mai stato spazio per altri sogni: «Non ho mai pensato ad altro che a ballare. Sono ancora legatissima alla mia prima maestra. È stata brava a lasciarmi andare via».
Eleonora Abbagnato: “A Parigi ero la petite mafieuse, fu destabilizzante”
Il supporto materno è stato fondamentale: «È una donna forte. È riuscita a essere presente nella lontananza». Pur avendo raggiunto il successo come étoile, non smette mai di danzare: «Appena riesco danzo. Per esempio ritrovarsi in scena al Teatro Greco di Siracusa per il G7 Agricoltura con ‘Le quattro stagioni’ è stata un’emozione fortissima». La soddisfazione di essere direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma è palpabile: «Molto, da anni non era più una fucina di primi ballerini. Siamo una grande famiglia con 128 allievi. Io ci sarò sempre per loro. Anche quando non sarò più a Roma». Tuttavia, guarda al futuro con apertura: «Vediamo cosa ci aspetta, cambieranno tante cose nei teatri italiani e nella danza. E anche all’estero».
Quando si parla di famiglia, sottolinea l’armonia costruita con il marito Federico Balzaretti: «Lui non era sposato. Aveva una ragazza con cui si sono separati ottenendo l’affidamento esclusivo delle bambine. Quando l’ho conosciuto avevano un anno e mezzo e tre anni e vivevano con lui. Mi hanno accettata da subito». Non vede differenze tra i ruoli di mamma biologica e acquisita: «Le ragazze sono cresciute con i nostri valori. Spesso, quando hanno bisogno, per prima cosa vengono da me. Tutti i fratelli sono legatissimi».
Il rapporto con la figlia Julia, che ha scelto la danza, è pieno di orgoglio: «È molto professionale, attenta. Si vede che è nata nei teatri, le piace stare con gli artisti. Ama questo mondo». Riguardo all’evoluzione della disciplina, critica i metodi del passato: «C’erano coreografi che ci lanciavano le sedie urlandoci che non eravamo abbastanza magre. Anche Roland Petit, il mio maestro, quando non ero sufficientemente in forma, me lo diceva. Lo prendevo come stimolo. Ma era difficile sentirselo dire». Oggi il rapporto con il cibo è sereno: «Adoro la pasta».
Eleonora Abbagnato: “Danza? Metodo sbagliato il precedente”
Ricorda con affetto Carla Fracci: «Carla quando ti amava, ti amava. Ascoltavo ogni cosa mi dicesse… poco tempo fa è morto anche Beppe Menegatti, che tristezza. Erano contenti quando partii per Parigi, dicevano che era la scuola migliore». Tuttavia, l’amore per la danza è stato sempre accompagnato da insicurezze: «Claude Bessy mi diede subito ruoli da prima ballerina, non ho quasi mai ballato nel corpo di danza. Era bello ma anche un grande peso. Tante volte mi chiedevo: “Ma perché tocca a me?”».
La tv è un’altra sua passione, nata grazie a Pippo Baudo: «Avevo 11 anni quando mi portò in tv, era il massimo in quel momento. Mi ha fatto innamorare del mezzo». Con Maria De Filippi ha collaborato con entusiasmo, riconoscendo la sua sensibilità verso i giovani talenti: «Quando mi hanno chiesto di ballare ho sempre detto di no, “vengo per fare la giudice”».
Infine, racconta il primo incontro con Balzaretti, avvenuto a Palermo: «Un parrucchiere amico comune organizzò una cena per farci conoscere. La volta dopo venne a casa e mangiammo una pasta col pesce cucinata da mio padre. Io ripartii subito. Lui mi mandò un bellissimo messaggio».
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