Nek: “Laura è andata via veramente, vi racconto. In un delirio di onnipotenza volevo chiedere al Papa di aspettarmi”. Nek su Laura, la protagonista del brano che l’ha reso celebre, e non solo, il cantante emiliano, 53 anni, ripercorre le tappe della sua carriera in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Il cantante, nonostante le difficoltà, non ha mai pensato di non farcela nel mondo della musica: «Ci sono stati momenti difficili, ma non ho mai pensato di non farcela, sono sempre stato uno determinato, ho sempre inseguito la musica. Poi certo è complicato: hai a che fare con il gusto delle persone, la vita è varia, non puoi prevedere se un pezzo piacerà o meno».
Tra i momenti più brutti della sua carriera, Nek cita il Festival di Sanremo 2019: «Presentai un pezzo che non fu capito (Mi farò trovare pronto arrivò al diciannovesimo posto). Niente a che vedere con quello precedente, quando nel 2015 cantai Fatti avanti amore (secondo). Il nostro lavoro è così: alti e bassi, sempre un’incognita».
Nek: “Laura è andata via veramente, vi racconto”
Riflettendo sulla percezione degli artisti di strada, aggiunge: «Anche io pensavo fossero costretti a essere lì, che la strada fosse il loro piano B, l’ultima spiaggia, invece la maggior parte di questi artisti ha fatto una scelta, una scelta libera da costrizioni, da stress da show business. Sono persone che non si fanno schiacciare da certe logiche, che girano il mondo e guadagnano, mantengono una famiglia. Il loro tratto principale è sempre l’estrema libertà. E poi è un mestiere veramente meritocratico: guadagna solo chi lavora bene».
Un altro episodio significativo riguarda il successo di Laura non c’è, che al Festival di Sanremo arrivò settima nell’anno in cui vinsero i Jalisse. Nek lo considera un errore di valutazione: «Beh, episodi simili sono successi anche a Zucchero e Vasco. Le vittorie nella vita spesso però non corrispondono alle classifiche dei Festival. Alla fine è andata bene lo stesso».
La canzone, ispirata a una storia personale, affronta il tema di una relazione finita: «È una canzone autobiografica, con un riferimento molto personale. Tutti abbiamo incontrato una Laura nella nostra vita, è un’esperienza vissuta da tanti, il suo successo probabilmente arriva da lì. Laura ha fatto parte della mia vita e quando si è staccata da me mi è dispiaciuto: mi è rimasto l’amaro in bocca». Alla domanda se avesse mai rivisto Laura, risponde con semplicità: «No, mai più».
Nek: “In un delirio di onnipotenza volevo chiedere al Papa di aspettarmi”
La riflessione sulla creatività e sull’ispirazione lo porta a distinguere tra dolore e felicità: «Per quanto mi riguarda la felicità è un motore più forte, ma capisco che scrivere canzoni in un momento di dolore possa essere una grande valvola di sfogo, fortunato chi ci riesce. Ma anche manifestare la gioia può portare a grandi risultati».
Inoltre, i suoi testi si caratterizzano per una certa pulizia, a differenza di alcune tendenze del rap contemporaneo: «In certi testi può esserci una parte di fiction, una di vita vissuta, una parte per cui è figo dire certe cose. Quanto c’è di vero però non lo so e quindi non sta a me giudicare. So però che mia figlia di quattordici anni purtroppo ascolta robe tremende. Io invece preferisco altro. Credo che l’arte passi attraverso il bello, non attraverso provocazioni o atti violenti».
Infine, Nek ricorda un episodio in cui il successo rischiò di fargli perdere la testa: «Nel nostro mondo c’è tanta pressione: viaggi tanto, fai un lavoro molto stressante, tutti si aspettano tanto da te. E soprattutto quando si è giovani può succedere anche di perdere il senso della misura. Ricordo che una volta dovevo essere ricevuto dal Papa per un concerto di Natale, arrivavo dagli Stati Uniti ed ero in forte ritardo, il Papa stava cominciando l’udienza generale e io — in un delirio di onnipotenza — dissi al mio discografico: chiedete al Papa di aspettarmi. Ecco, lì ho un filino esagerato».
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