Campania regione dove si mangia meglio al mondo: la classifica. A proposito di eccellenze culinarie, l’Italia si conferma una delle destinazioni preferite dagli amanti della buona tavola. Ma secondo Taste Atlas, uno dei principali portali internazionali dedicati al cibo, la Campania è la regione dove si mangia meglio al mondo.
Il dato emerge dalla classifica 100 Best Food Regions in the World, che valuta le regioni del mondo per la qualità della cucina. La graduatoria è stata elaborata sulla base di 477.287 recensioni certificate relative a 15.478 piatti e prodotti presenti nel database del sito. Al prima posto davanti a tutti c’è la Campania, con un punteggio di 4,44 su 5.
La Campania conquista la vetta grazie a eccellenze come la pizza napoletana, il pomodoro San Marzano, la mozzarella di bufala campana e il sugo alla genovese (ma l’elenco è lunghissimo). Al secondo posto troviamo il Peloponneso (Grecia), con 4,42 punti su 5. La regione si distingue per prodotti di alta qualità come l’olio d’oliva, le olive e il miele.
Sul podio al terzo posto, a pari merito con il Peloponneso, c’è l’Emilia-Romagna, che ottiene punteggi elevati grazie a icone della gastronomia come il Parmigiano Reggiano, il Ragù alla Bolognese, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, l’Aceto Balsamico di Modena e il Prosciutto di Parma. Di seguito l’elenco delle prime 30 posizioni della classifica Taste Atlas.
Best Food Regions in the World
1. Campania (Italia); 2. Peloponneso (Grecia); 3. Emilia-Romagna (Italia); 4. Sichuan (Cina); 5. Cicladi (Grecia); 6. Creta (Grecia); 7. Punjab (India); 8. Toscana (Italia); 9. Alentejo (Portogallo); 10. Macedonia (Grecia); 11. Egeo tradizionale (Grecia); 12. Sicilia (Italia); 13. Java (Indonesia); 14. Tràs os Montes (Portogallo); 15. Kansai (Giappone); 16. Tessaglia (Grecia); 17. Serbia meridionale e orientale (Serbia); 18. Bretagna (Francia); 19. Normandia (Francia); 20. Algarve (Portogallo); 21. Galizia (Spagna); 22. Lombardia (Italia); 23. Penisola dello Yucatan (Messico); 24. Puglia (Italia); 25. Piemonte (Italia); 26. Lazio (Italia); 27. Vietnam Centrale; 28. Regione egea (Turchia); 29. Sardegna (Italia); 30. Istria (Croazia).
Turismo Italia 2024
Il 2024 si prospetta come un anno record per il turismo in Italia. Ad evidenziarlo è uno studio preliminare di Assoturismo Confesercenti e del Centro studi turistici di Firenze. Nonostante un’estate meno brillante, l’autunno e l’inizio dell’inverno hanno permesso di chiudere l’anno con un totale di 135,9 milioni di arrivi e 458,5 milioni di presenze, registrando un aumento del 2,5 per cento rispetto al 2023, anno che già aveva superato i livelli pre-pandemia del 2019.
La crescita è stata trainata principalmente dal turismo straniero, che ha compensato la flessione del turismo interno, in calo del 2,9 per cento negli arrivi e del 2,8 per cento nelle presenze, scese rispettivamente a 63,8 milioni e 207 milioni. Al contrario, i visitatori internazionali hanno registrato un significativo incremento, con 72,1 milioni di arrivi (più 6,3 per cento) e 251,5 milioni di presenze (più 7,4 per cento).
Questo risultato riflette la resilienza del sistema turistico italiano nonostante le difficoltà economiche legate all’inflazione e all’aumento dei prezzi, fattori che hanno influenzato negativamente non solo l’Italia ma anche altre destinazioni globali. Il turismo straniero, in particolare, si è dimostrato la componente chiave per la crescita, evidenziando una tendenza positiva e ininterrotta per gran parte dell’anno.
I dati relativi all’andamento delle diverse tipologie di prodotti turistici mostrano una lieve crescita per il turismo balneare e termale. Incrementi più significativi si registrano nelle aree dei laghi (+6,5%), della campagna e collina (+5,8%), delle città d’arte (+3,6%) e della montagna (+2,5%). Al contrario, le località classificate come “altro interesse” segnano una leggera flessione (-0,5%).
La crescita stimata si distribuisce in modo relativamente uniforme tra le principali macroaree del Paese, fatta eccezione per il Nord-Est, che registra un incremento leggermente inferiore alla media nazionale.
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