Chiara Mastroianni: “Mio padre morto da 30 anni, surreale ciò che sta succedendo. E non era un latin lover”. Chiara Mastroianni sul padre, l’attrice francese figlia di Marcello Mastroianni e di Catherine Deneuve, parla del celebre attore scomparso 30 anni fa, in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Il 2024 è stato un anno di celebrazioni per il centenario del padre. «È stato un anno di omaggio a papà, a mio padre scusa. Dire “papà” sembra che c’ho tre anni. Lo trovo molto allegro e anche un po’ pazzo, perché in quale mondo si festeggiano i cent’anni di qualcuno che è morto da quasi trent’anni? È un po’ surreale, però allo stesso tempo è un piacere. E sono lucida, so che c’è tanta gente che oggi non lo conosce. Quasi il 90% delle pizzerie si chiamano La Dolce Vita ma nessuno sa più di cosa parla quel film».
Chiara Mastroianni: “Mio padre morto da 30 anni, surreale ciò che sta succedendo”
Chiara racconta poi l’infanzia di suo padre, cresciuto in una famiglia povera con una madre particolarmente apprensiva. «Mio padre veniva da una famiglia molto povera. Il nonno, che non ho conosciuto, aveva un piccolo laboratorio di falegname. Poi, com’è arrivato Mussolini, ha rifiutato di prendere la tessera del fascismo e se lo facevi ti levavano tutto. Lui era già molto povero, con mia nonna che faceva un po’ le pulizie nelle altre case ma soprattutto si occupava dei figli. Con i due bambini sono dovuti partire e cercare di rifarsi una vita, prima un po’ a Torino, poi a Roma. Nonna Ida aveva paura della mancanza di soldi e aveva l’ossessione del posto fisso».
Anche dopo la separazione con Catherine Deneuve, Marcello trascorreva sempre il Natale in Francia con Chiara e la sua famiglia. «Fino a che morì è venuto sempre a fare Natale da noi. Mia madre aveva tante sorelle, con i cugini eravamo tipo venticinque. Barbara era grande, quando sono nata io aveva già vent’anni, aveva la sua vita, io andavo a trovarla in Italia, ma Natale rimaneva una cosa più da bambini. E quando sono nata era come una seconda vita per lui, aveva 48 o 49 anni. Per mia sorella è stato meno presente, ne abbiamo parlato spesso con Barbara, abbiamo avuto un padre molto diverso l’una dall’altra».
Chiara Mastroianni: “Mio padre non era un latin lover”
Chiara riflette anche sulla complessità della figura paterna e sull’assenza che ha segnato la sua vita. «Quando ho saputo della sua malattia avevo 21 anni; a 23-24 l’ho perso. Però anche prima c’era un sistema di vita molto particolare: veniva in Francia a trovarmi, certo, e io andavo in Italia, però devi comunque costruirti con l’assenza fisica. Non ho mai risentito la mancanza di mio padre quand’era vivo perché era molto presente, mi chiamava in continuazione; sarà anche che non ho avuto scelta e ho fatto un po’ coi mezzi che avevo. L’assenza veramente difficile è stata quand’è morto, succede a tanta gente che perde i genitori troppo giovani: non ti vedono adulto. Mio figlio è nato dieci giorni dopo che lui è morto. Non sai quante volte me lo sono immaginato coi miei figli: gli racconterebbe scherzi, barzellette».
Poi ricorda «la cosa che più mi piaceva era che aveva sempre lo sguardo di un bambino di otto anni, tutto lo meravigliava. Sul set, all’ora di pranzo c’era il cosiddetto cestino: niente di che, dici “lo voglio bianco o rosso”, rosso vuol dire che c’è la salsa al pomodoro. Non sai cos’era l’arrivo del cestino. Ogni volta: “Mo’ vediamo cosa’abbiamo nel cestino”, come se fosse proprio la più grande sorpresa al mondo. Mi avrebbe molto divertito vederlo con altri bambini più giovani di lui ma comunque bambini come lui».
Chiara MastroianMarcelalattla? Si è sentito msle sul set”
La malattia di Marcello, inizialmente scoperta sul set, portò a un momento di grande solidarietà. «No, no, no, stavamo girando un film insieme, “Tre vite e una sola morte” di Raul Ruiz; si è sentito male e abbiamo capito che aveva scoperto di non star bene. E devo dire che mi viene sempre una grande emozione, perché il produttore ha detto alla troupe: “Bisogna che ci fermiamo, potete aspettare un mese?”. E tutta la troupe ha accettato, mio padre si è fatto operare e, sai, non è poco, non erano pagati in quel periodo e tutti hanno detto: “aspettiamo”. Ancora oggi… parliamo molto di cose ingiuste e abusi nel cinema, però ci sono momenti di grazia dove la gente si comporta molto bene. Abbiamo ripreso il film dopo un mese e mio padre è stato un esempio di grande coraggio; non s’è mai lamentato e ha sofferto come una bestia perché il cancro al pancreas è una delle cose più tremende».
Infine, Chiara riflette sulla relazione tra i suoi genitori, che non divorziarono mai nonostante la separazione. «Già il divorzio in Italia è arrivato tardi, e credo che per lui era come una sorella. A un certo punto, si sono accontentati di un modo di vita che io non potrei francamente, ma non è mai riuscito a prendere una decisione. Non era un latin lover mio padre. Ma era uno di questi uomini che, se non sei tu che lo lasci, non ti lascia mai. Con tutto il rispetto e tutto l’amore, era forse un uomo da quel punto di vista un po’ debole. Aveva un grande affetto per Flora, quindi avevano questo modo di vita che non sono sicura che faccia tanto bene, anzi».
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