Chemioterapie e biopsie per 9 anni: scopre di non aver mai avuto il cancro. Un uomo si sottopone a diverse chemioterapie e biopsie per 9 anni, prima di scoprire di non aver mai avuto il cancro. Anthony Olson, un uomo di Helena, nello Stato americano del Montana, ha vissuto un incubo medico durato quasi un decennio a causa di una diagnosi errata. Nel 2011, il dottor Thomas C. Weiner, allora oncologo presso lo St. Peter’s Health, l’unica struttura per adulti con terapia intensiva della città, gli comunicò di essere affetto da sindromi mielodisplastiche (MDS).
Questo gruppo di tumori impedisce alle cellule del sangue immature presenti nel midollo osseo di maturare e trasformarsi in cellule sane. Weiner avvertì Olson, allora 33enne, che sarebbe morto entro l’anno senza iniziare immediatamente la chemioterapia. Prima della diagnosi, furono eseguite due biopsie del midollo osseo.
Tuttavia, solo una mostrò segni di MDS, mentre la seconda, effettuata dieci mesi dopo, risultò negativa. Nonostante ciò, Weiner ignorò i risultati della seconda biopsia, dichiarando che erano una prova del successo del trattamento e persuadendo Olson a continuare la terapia per quasi dieci anni. Nel frattempo, Olson sviluppò complicazioni dovute alla chemioterapia, tra cui un peggioramento dell’anemia e un sovraccarico di ferro.
Nel 2016, il dottor Robert LaClair, nefrologo di Olson, identificò il sovraccarico di ferro come causa dei suoi problemi di salute e notò che la chemioterapia stava aggravando la sua condizione. LaClair si insospettì e, dopo aver approfondito la situazione, concluse che Olson non aveva mai sofferto di MDS.
L’epilogo
Nel 2019, LaClair suggerì a Olson di consultare un altro specialista e presentò il caso al comitato di revisione paritaria dell’ospedale. Una volta diventato capo del comitato, LaClair fece licenziare Weiner, accusato di aver somministrato trattamenti non necessari, compresa la chemioterapia, a Olson e ad altri pazienti.
Nel 2021, Olson interruppe il trattamento e, nel 2022, fece causa allo St. Peter’s Health, che risolse la questione con un accordo economico confidenziale. Weiner, dal canto suo, negò tutte le accuse e intentò una causa contro l’ospedale per licenziamento ingiusto e diffamazione.
Sebbene il caso sia stato respinto, il medico ha presentato ricorso, che al 20 dicembre 2024 è ancora pendente presso la Corte Suprema dello Stato. In una dichiarazione pubblica, St. Peter’s Health ha sottolineato il proprio impegno verso l’eccellenza nell’assistenza sanitaria, affermando di prendere molto seriamente la fiducia dei pazienti.
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