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Zoe Saldana: “Con Emilia Perez ho saziato un antico desiderio. Marito italiano? Vorrei imparare la lingua”

Zoe Saldana: “Con Emilia Perez ho saziato un antico desiderio. Marito italiano? Vorrei imparare la lingua”. Zoe Saldana su Emilia Perez, e non solo, l’attrice statunitense, 46 anni, veste i panni di un avvocato nel gangster movie diretto da Jacques. Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

L’attrice riflette sulla sua esperienza professionale e personale, raccontando come si sia trovata “piacevolmente intrappolata nella macchina seriale di James Cameron”. Descrive questa situazione come “una fortuna e una sfortuna” e ammette di aver lavorato a lungo “con il pilota automatico”. Tuttavia, la consapevolezza del tempo che passa e l’importanza della famiglia le hanno fatto capire che “abbiamo bisogno di essere visti per il lavoro che facciamo”. Con il nuovo film, ha ritrovato il piacere del desiderio, affermando che “lo sguardo che ho sentito su di me grazie a questo film mi commuove profondamente”.

Nonostante sia una superstar, l’attrice si dichiara “molto timida”, una fragilità che ha affrontato con la psicoterapia. Racconta che, quando ha ricevuto lo script di Emilia Perez, un gangster movie con una protagonista in transizione, con canzoni e scene di ballo, ha provato un immediato desiderio di farne parte. “Era qualcosa di così speciale, decisamente fuori dagli schemi cui sono abituata. Ma ho avuto anche paura dell’anticonformismo, ho sentito il pericolo. La seduzione per fortuna ha prevalso”.

Zoe Saldana: “Con Emilia Perez ho saziato un antico desiderio”

Per lei, Emilia Perez non è solo un film molto premiato e in corsa per gli Oscar, ma anche “utile”. Spiega che lo considera tale “per la visibilità che dà alle persone trans e per il fatto di scegliere una maniera non convenzionale per farlo”. La storia esplora il significato del cambiamento radicale di vita e del corpo per raggiungere una nuova identità. “Il personaggio di Emilia è irredimibile secondo me, ma il suo desiderio ti seduce perché senti che dalla nascita è stata intrappolata in una vita che non è la sua. E decisamente c’è una storia da raccontare lì dentro”.

Nel film si affronta anche il tema dei desaparecidos, una tragedia che tocca tutta l’America centrale e meridionale. L’attrice, cresciuta a New York con radici latine, ricorda come la paura dei rapimenti fosse tangibile. “Non si poteva andare più a sud di San Diego. Oltre c’era l’incertezza, un mondo senza più diritti”.

Riguardo alla rappresentazione di personaggi trans, il film rispetta le richieste contro l’appropriazione culturale, con un’attrice trans che interpreta entrambi i ruoli pre e post transizione. L’attrice riconosce l’importanza di far interpretare certi ruoli da artisti vicini a quei vissuti, ma sottolinea: “Non può diventare un imperativo. Chi siamo noi per dire a un artista: tu non puoi fare questo? Lui non ha mai guardato Karla come una donna trans, ma come un’artista, una persona di talento, una persona, punto”.

Zoe Saldana: “Marito italiano? Vorrei imparare la lingua”

Emilia Perez è anche un film decisamente femminile, e l’attrice sottolinea come ciò sia motivo di celebrazione. Confessa che per molti anni aveva creduto che le sue opportunità derivassero dall’essere “l’unica donna in una stanza”, senza rendersi conto di alimentare così un sistema progettato per dividere le donne. Ora crede che sia necessario “far alzare tre uomini e creare spazio per tre donne al loro posto”. Parla con affetto delle sue radici femminili, cresciuta in una famiglia composta da donne, dopo aver perso il padre molto presto.

Con un marito italiano e un’esperienza pregressa in film come The Absence of Eden, l’attrice non esclude di lavorare più spesso in Europa, in particolare in Italia, anche se ammette di dover migliorare il suo italiano. Cresciuta guardando il cinema italiano, afferma: “Ho 46 anni, sento che ho fatto tante cose, e sono felice della posizione che oggi occupo nel mondo, ma sono ancora affamata di arte vera”. Per lei, Emilia Perez è stata una medicina per lo spirito, permettendole di lavorare in spagnolo, la sua prima lingua, e di tornare a ballare. Conclude con una certezza: “Il mio compagno è pronto a seguirmi ovunque io vada con i figli”.

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