Massimo Boldi: “Sfrattato da bambino, vivevo vicino ai criminali. Donne? Ho resistito anche a Eva Grimaldi”. Massimo Boldi sfrattato da bambino, la carriera, gli amori e non solo, l’attore e comico lombardo, 79 anni, parla a cuore aperto in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
L’attore, riflettendo sulla sua vita, ricorda con vividezza gli anni della giovinezza. «Alle elementari avevo una maestra grande e grossa che fumava in classe. Si accendeva una sigaretta. “Boldi, vieni alla cattedra e racconta una delle tue barzellette”», racconta, evocando un’infanzia segnata dalla semplicità e dall’allegria. Da ragazzo si occupava di vendere Buondì Motta a Varese: «Partivo al mattino col furgone carico di confezioni da 20 pezzi. Quanti ne abbiamo mangiati, io e i miei fratelli, spesso a cena non c’era altro».
Le difficoltà economiche erano all’ordine del giorno. «Ci trasferimmo a Milano, in una casa di ringhiera in via Pietro Custodi 6. Non pagavamo l’affitto, ci sfrattarono. Andammo alle “case minime” di via della Chiesa rossa, c’eravamo noi e i delinquenti. Mamma preparava le pietanze con un fornelletto a spirito». Quando si sposò, fu sua moglie Marisa, impiegata in una casa farmaceutica, a sostenere la famiglia. «Io batterista. Ci volevamo bene. Lavoravo di notte, lei di giorno, ci parlavamo con i bigliettini».
Massimo Boldi: “Sfrattato da bambino, vivevo vicino ai criminali”
Per arrotondare, Boldi lavorava come autista di un conte, un’esperienza che sembra uscita da un film: «C’era l’austerity, al Derby si lavorava solo il venerdì e il sabato. Così tre giorni a settimana accompagnavo il conte Vistarino nelle sue tenute dell’Oltrepò pavese con una Fiat 130. Cinquemila lire al giorno. Però non pagava quasi mai e io mi vergognavo a chiedere». La sua carriera cinematografica iniziò nel 1975, grazie a Renato Pozzetto: «Un fratello, a cui devo dire un grazie speciale. Era già famoso. “Dai, vieni con me”. Particina in ‘Due cuori e una cappella’. Viveva al Lord Byron di Roma, io dormivo su una branda ai piedi del suo letto».
Il lavoro al cabaret lo portò a creare il suo primo personaggio di successo, Fidelio Cam, ispirato a dialoghi assurdi in brianzolo stretto che improvvisava con Pozzetto. «Berlusconi ne andava matto, conosceva le battute a memoria». Un’altra figura fondamentale è stata Teo Teocoli: «Con la sindrome di Celentano. Gli faceva pure da controfigura, in fondo si credeva meglio di lui. Prepotente. Spesso litigavamo. In camerino volavano poltrone, sedie e scarpe. Poi salivamo sul palco ed era tutto dimenticato».
Massimo Boldi: “Donne? Ho resistito anche a Eva Grimaldi”
La simpatia è sempre stata la sua arma principale: «Puntavo sulla simpatia». Anche quando i capelli iniziarono a cadere, affrontò la situazione con ironia: «Sono stato uno dei primi clienti di Cesare Ragazzi, che aveva la parrucca. “Tira, tira”, mi diceva, per dimostrarmi che non si staccava. Provai. La prima parrucchetta andò bene. Poi la pelata si allargò e cambiai impianto. Dopo una settimana mi svegliai di notte con un bruciore tremendo… dovetti toglierla. Rinunciai».
Il rapporto con le donne è stato sereno, pur senza eccessi. «Non ho mai vacillato […] Nemmeno con Eva Grimaldi. Ho fatto il bravo ragazzo», dice parlando delle attrici più belle con cui ha lavorato, da Elisabetta Canalis a Ornella Muti, di cui conserva persino una banconota da 10.000 lire ricevuta durante un film. L’amore della sua vita, però, è stata Marisa: «Mi ha dato tre figlie, le grandi gioie della mia vita». Dopo la sua perdita, ha avuto altri legami, ma nulla di paragonabile: «Non ho amato più nessuna come lei».
Anche le delusioni personali non lo hanno risparmiato. Ricorda la fine della relazione con Loredana De Nardis: «Quando li ho scoperti (lei e un amico, ndr), gli ho fatto gli auguri e me ne sono tornato a casa». Oggi, Boldi vive con serenità, accettando i segni del tempo. «Non ho rimpianti. Ho avuto una carriera di grande successo, ancora oggi la gente mi ferma ovunque, mi osanna. Mi spiace per gli anni che passano. Vengono fuori gli acciacchi, cambiano il ritmo e lo stile di vita».
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