Recensione Crazy Pizza Napoli, la ressa è sparita: ne abbiamo approfittato. Da quando Crazy Pizza Napoli ha aperto i battenti lo scorso 17 settembre, ogni tentativo di prenotare un tavolo è stato un fallimento totale: file interminabili, attese degne di un concerto di Vasco Rossi e un’aura di esclusività che sembrava quasi inarrivabile. Eppure, ieri sera (26/12), con somma sorpresa, c’era posto in abbondanza. Forse il clamore iniziale era solo curiosità? O un segnale del passaparola che ha cominciato a svelare i veri dettagli del locale di Briatore?
Ma veniamo al succo. La location è semplicemente mozzafiato, con il golfo di Napoli che abbraccia e coccola con la sua vista spettacolare, rendendo qualsiasi pizza una gioia per gli occhi, se non per il palato. Il personale è gentile e qualificato, il servizio impeccabile e l’accoglienza calorosa. Insomma, un abbraccio sincero appena entri dalla porta.
La serie di condimenti di qualità su ogni tavolo è una vera chicca, ma ahimè, qui arriva il nodo della questione: il prezzo. Abbiamo ordinato una Margherita (17 euro) e una Vesuvio (34 euro). Totale: 51 euro. A questa cifra ti aspetti una pizza che ti faccia ballare il tango delle papille gustative.
E invece la Margherita, regina indiscussa del panorama culinario napoletano, qui è ridotta a una specie di biscotto oleoso, salvato solo in parte dalla qualità dei prodotti. La Vesuvio? Stessa storia, con qualche condimento in più, ma il risultato non cambia: un’opera di design più che di gusto, una pizza che sembra fatta per Instagram, non per il palato. È come comprare una Ferrari per poi scoprire che sotto il cofano c’è il motore di un trattore.
Per quanto riguarda gli altri piatti, tutt’altra storia. Abbiamo provato la burrata e i calamari fritti con le zucchine al prezzo di 17 euro cadauno, accompagnati da un’ottima focaccia (6 euro). Calamari e zucchine erano ottimi, fritti in maniera perfetta e a un prezzo che ci sembra giusto. E la burrata freschissima. In effetti, Crazy Pizza Napoli potrebbe essere l’unica pizzeria al mondo dove le altre pietanze costano meno delle pizze.
A Briatore va dato il merito di aver avuto il coraggio di investire in una pizzeria nella capitale mondiale della pizza, offrendo un prodotto diverso. Tuttavia, il suo locale sembra essere rivolto solo a una fascia di pubblico facoltosa. Con 51 euro, nella peggiore pizzeria di Napoli compri 6/7 pizze di qualità nettamente superiore (come vendere ghiaccio agli eschimesi!).
Insomma, la ressa iniziale sembra già essersi dissolta, lasciando dietro di sé un locale che, pur con tutti i suoi pregi, si perde nell’ambizione di voler ridefinire un classico che, a Napoli, è già perfetto così com’è. Un’esperienza, quindi, da provare almeno una volta, se non altro per dire di averlo fatto. Ma se la tua passione è la pizza, Napoli offre numerose alternative molto più soddisfacenti per il tuo palato e il tuo portafoglio.
Carmine Gallucci
direttore@brevenews.com
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