La storia di Bruce Lindahl, il serial killer insospettabile che la fece franca per un errore della polizia. La storia di Bruce Lindahl è quella di un uomo che, nonostante un’apparenza normale e una vita sociale attiva, nascondeva un lato oscuro. Nato da Jerome Conrad Lindahl e Arlene Marie Folkens Haddock, Bruce studiò alla Downers Grove North School e si diplomò come elettromeccanico negli anni ’70. Lavorava come elettricista e insegnava alla Kaneland Vocational School. Era un uomo attraente, atletico e con molti amici, appassionato di sport adrenalinici come il paracadutismo. Uno dei suoi migliori amici era un giovane poliziotto, Dave Torres.
Il 12 gennaio 1976, Pamela Maurer, una ragazza di 16 anni, scomparve dopo essere uscita per comprare da bere. Il giorno dopo, il suo corpo fu trovato vicino a dove era scomparsa, violentata e strangolata. Nonostante i campioni raccolti, la tecnologia dell’epoca non permise di identificare l’assassino, e il caso rimase irrisolto.
Lindahl, all’epoca 23enne, fu arrestato per possesso di marijuana, ma senza conseguenze gravi. Nel 1978 si trasferì ad Aurora, vicino al suo amico Torres, e nel 1979 comprò la casa di quest’ultimo. Sotto quel tetto si verificarono i suoi crimini peggiori. Il 6 marzo 1979, rapì Annette Lazar con il pretesto di vendere marijuana, la portò a casa sua e la violentò. Annette riuscì a convincerlo a lasciarla andare, ma la polizia non credette alla sua testimonianza e il il serial killer la fece franca per l’errore.
L’ennesimo fermo senza denuncia
Verso la fine del 1979, Lindahl aggredì una donna di 30 anni che si rifiutava di fare sesso con lui. La donna identificò un uomo simile a Lindahl, ma non lui. Poco dopo, la polizia fermò Lindahl con una donna priva di sensi e ferita in macchina. Lindahl disse che la stava portando in ospedale, ma la donna, una volta ripresa, non ricordava nulla e non sporse denuncia.
Nonostante questi episodi, Lindahl mantenne una facciata di ragazzo gentile e amichevole, tanto da ricevere una decorazione della polizia per aver assistito una ragazza investita. La sua doppia vita continuò, nascosta dietro un’apparenza di normalità.
Il 23 giugno 1980, Debra Colliander fu rapita da Bruce Lindahl nel parcheggio di un centro commerciale ad Aurora. Fingendo un guasto alla macchina, Lindahl la costrinse ad entrare nel veicolo con un coltello puntato al collo. La portò a casa sua, dove la violentò e la fotografò. Quando Lindahl si addormentò, Debra riuscì a fuggire e trovò rifugio presso una donna, Karen Weeks-Kozman, che chiamò la polizia. Karen riconobbe immediatamente il rapitore: era il suo vicino Bruce Lindahl. La polizia arrivò a casa sua e lo arrestò, ma Lindahl pagò una cauzione bassa e rimase libero in attesa del processo.
Tuttavia, due settimane prima dell’udienza, Debra scomparve misteriosamente dopo aver lasciato il lavoro. Karen, l’unica altra testimone, iniziò a sentirsi minacciata, poiché Lindahl spesso passeggiava davanti casa sua guardando dentro e osservando le sue figlie. Il processo si concluse senza un risultato poiché Debra non era presente per testimoniare.
L’ultimo delitto
La storia di Bruce Lindahl finì nell’aprile del 1981. Il serial killer incontrò Charles Huber Jr., un giovane di 18 anni, e lo portò a casa sua con l’intento di bere alcolici. Improvvisamente, lo aggredì con un coltello da cucina, pugnalandolo 28 volte. Huber riuscì a resistere e, nel corso della colluttazione, Lindahl si ferì accidentalmente all’osso femorale, morendo poco dopo.
Dopo la sua morte, nella casa di Lindahl furono trovate numerose fotografie di giovani donne nude, tra cui una ragazza scomparsa di nome Deborah McCall. Nel 1982, il corpo di Debra Colliander fu rinvenuto in una fossa poco profonda nella città di Oswego. Gli investigatori non riuscirono a determinare come fosse morta, poiché era passato troppo tempo.
Negli anni successivi, molte donne emersero come sopravvissute agli attacchi di Lindahl, descrivendolo come un mostro. Una delle vittime, Annette Lazar, raccontò di come riuscì a scampare alla sua violenza. Nel 2019, il detective Chris Loudon riaprì il caso di Pamela Maurer, una ragazza uccisa nel 1976. L’analisi del DNA trovò una corrispondenza con Lindahl, confermando il suo coinvolgimento. La polizia sta ora investigando su decine di altri casi potenzialmente legati a Lindahl.
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