Úrsula Corberó: “The Day of the Jackal? Per la prima volta trattata con rispetto. Madonna mi ha convinta con una frase”. Úrsula Corberó su The Day of the Jackal, e non solo, l’attrice spagnola, 35 anni, veste i panni di Nuria nella serie televisiva britannica. Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Ha dovuto imparare a essere dura per interpretare i personaggi o per fare i conti con il mondo di cui fa parte, soprattutto ora che lavora anche fuori dalla Spagna?
“Ho smesso di pensare che devo obbedire. Se sei una ragazza si dà per scontato che tu obbedisca. Mia madre mi ha educata bene, ma quando ho iniziato a lavorare, da bambina, la sua raccomandazione era sempre: «Te portas bien!», comportati bene. Quando nessuno mi dava attenzione, però soffrivo di non essere abbastanza aggressiva. «Ehi, ti sto parlando (schiocca le dita), perché non mi rispondi?» avrei voluto dire. Ma avevo 25 anni. Ora ne ho 35, le cose sono cambiate”.
Come è andata sul set di The Day of the Jackal?
“Per la prima volta ho sentito di essere trattata con rispetto. Forse perché sono più grande, non sempre tutto ha a che fare con il genere, molto conta l’età. Vedo giovani uomini ignorati esattamente come le giovani donne. Cominciano a prenderti sul serio a 33, 34 anni, prima quello che dici è “infantile””.
Úrsula Corberó: “The Day of the Jackal? Per la prima volta trattata con rispetto”
Nel cinema americano che lei frequenta da qualche anno non sono cambiate tante cose con la rivoluzione del #MeToo?
“Sembra, vero?”.
Non è così?
“Cambiare sul serio è pericoloso. E quando si cambiano le cose solo per non avere problemi non c’è vero cambiamento. Per averlo bisogna partire dall’educazione non dalle sanzioni. Modificare atteggiamento è l’attività più complicata per gli esseri umani. Io ho notato questo in America”.
E in Europa?
“Credo che qui abbiamo capito che le donne vanno trattate bene, ma non perché te lo dicono o te lo impongono. Perché sai, senti fortemente che quella è la cosa giusta da fare. Però non si è ancora lavorato abbastanza”.
Úrsula Corberó: “Madonna mi ha convinta con una frase”
Ha parlato della buona educazione che ha ricevuto. Lei non viene da una famiglia di attori, sua madre lavorava in un negozio e suo padre era falegname. Com’è andata?
“Mi hanno sostenuta sempre, la mia è una famiglia umile, ma vivere a Barcellona, che è una città vitale, permette di fare pensieri creativi. Mia madre non aveva nemmeno un’auto, per andare alle audizioni facevamo l’autostop. E ricordo che mi aiutava anche se c’erano poche risorse. “Se mia figlia vuole essere un’attrice, sarà una attrice” diceva. A quel tempo non sapevo che stavano facendo sacrifici per me, perché cercavano sempre di mostrarmi una vita perfetta. L’ho capito molto dopo, e ora so per certo che se sono qui lo devo a lei”.
Che cosa ha provato la mamma quando sono arrivate le lodi di Madonna, decretando il suo definitivo passaggio da attrice locale a superstar poliglotta?
“Madonna era pazza di Tokyo e della serie. Perciò mi ha chiesto: “Vuoi salire sul palco con me quando vengo a Barcellona?”. E io: “Non so se me la sento”. E lei: ” Come on! Sei una star””.
Appunto…
“Tutti dovremmo pensare che siamo star della nostra vita. Io mi sento una star, ma non una superstar nel senso hollywoodiano. Siamo tutti speciali e unici. Ho fiducia in me e nel mio intuito. E credo che la fiducia in sé sia molto importante, ma quel che faccio resta un gioco. E molto divertente”.
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