Natale a tavola, cosa cucinano gli italiani: le differenze regione per regione
Le tavole imbandite si colorano di tante pietanze succulente durante le festività natalizie, ma quali sono i piatti della tradizione? Solitamente la sera della vigilia è tradizione consumare un pasto più leggero, in genere a base di pesce mentre il 25 i piatti di carne fanno da padrone. Ma l’Italia è una penisola lunga e le tradizioni sono sensibilmente diverse tra Nord e Sud.
Infatti, mentre al Sud è il cenone del 24 ad essere più importante, al Nord il banchetto si prepara nel giorno di Natale. Il piatto tradizionale in Valle d’Aosta è la carne di manzo cotta nel vino rosso nota col nome di carbonade; in Piemonte è d’obbligo preparare gli agnolotti con il bollito misto, mentre in Veneto è la polenta col baccalà il piatto più preparato. Sorprendentemente il piatto tradizionale lombardo è l’anguilla al cartoccio mentre in Friuli zuppa di rape e cotechino.
Le differenze regione per regione
Nel centro invece il menu cambia quasi di città in città. Mentre in Emilia Romagna sono i tortellini, passatelli e lasagne che compaiono sulle tavole, a Modena si cucinano prevalentemente piatti a base di baccalà in umido o fritto. E così pure nel Lazio dove abbondano le verdure fritte e il capitone. In Campania tipica della tradizione e la minestra maritata: una zuppa preparata con vari tipi di verdure e carne di maiale.
Si tratta di un piatto altamente sostanzioso ma non è il solo che viene servito la sera della vigilia: è tradizione presentare spaghetti con le vongole, baccalà fritto, insalata di rinforzo, insalata rossa, pesce al forno, pizza di scarole e contorni vari. Sicuramente al sud le pietanze sono più ricche e il menù più abbondante rispetto al Nord, ma su tutte le tavole non può mancare il panettone, amaro e limoncello oltre ai dolci tradizionali delle varie regioni. In Campania, ad esempio, sono tradizionali gli struffoli e i mustaccioli.
Ma quanto spendono gli italiani pro capite per il cenone della vigilia? Da un’indagine effettuata dalla Federconsumatori i dati mostrano che la maggioranza degli italiani preferisce consumare il pasto a casa propria piuttosto che nei ristoranti. La spesa media per una classica cena di Natale è all’incirca di 42 € a persona, con un aumento di quasi il 4% rispetto al 2023. E purtroppo non si tratta di aumento legato alla quantità di prodotti venduti ma di rincari.
Incidono i rincari
Gli incrementi di prezzi più significativi si registrano nel campo del pesce, della frutta e dei dolci (la carne è la meno colpita). A fronte di un aumento del costo della vita registrato negli ultimi due anni e del notevole incremento dei prezzi dei generi alimentari, gli italiani tenderanno comunque ad acquistare prodotti a prezzi più accessibili. A tal proposito è possibile approfittare delle occasioni e promozioni che gli esercenti praticano nelle settimane antecedenti le feste natalizie dove è possibile, anche al dettaglio, raggiungere l’obiettivo del risparmio.
È necessario però tenere sempre presente la qualità e la sicurezza dei prodotti: il consiglio è quello di verificare le etichette, le provenienze e le date di scadenza, in modo da non avere sgradevoli sorprese nei giorni successivi. Anche relativamente alle quantità, nella media le famiglie italiane tendono ad evitare gli sprechi e quindi prestano grande attenzione ai quantitativi acquistati e cucinati.
Il budget poi aumenta sensibilmente se si pensa al cenone di Capodanno. Infatti, mentre la spesa pro capite è di circa 85 euro per un pasto cucinato in casa, in un ristorante, o locale per feste, si passa a circa 150-200 euro a persona. A casa, in un ristorante, con la famiglia o con gli amici, le feste dunque costano agli italiani circa un quarto dello stipendio medio.
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