Paola Cannatello: “Io e Paolantoni insieme da 40 anni con 10 di buio. Matrimonio? Rispondo con la frase di una canzone”. Paola Cannatello su Paolantoni, e non solo, l’attrice e autrice televisiva napoletana parla della sua relazione con l’attore e comico, in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
La loro è una storia d’amore lunga quarant’anni, interrotta solo da una breve pausa di circa un decennio, durante la quale, però, non hanno mai smesso di sentirsi, cercarsi e volersi bene. «Una cosa è certa: io ci sono sempre per lui e lui c’è sempre per me, soprattutto nei momenti di difficoltà», racconta Paola.
Paola Cannatello: “Io e Paolantoni insieme da 40 anni con 10 di buio”
Quei momenti difficili non sono mancati, nemmeno agli inizi della loro carriera, quando entrambi recitavano nella stessa compagnia teatrale. «Sì, era la metà degli anni ’80: Francesco aveva appena perso i genitori e viveva da solo in una casa immensa e fatiscente nel centro storico, che non ci si poteva permettere. Non c’erano soldi né per i lavori né per il riscaldamento, così quando andavo a dormire da lui mi portavo cappellino e coperte, anche perché c’erano finestre con i vetri rotti. Prendevo cibo da casa e glielo portavo, e lui lo divideva sempre col suo cane».
La loro relazione, in effetti, è cominciata sul palco, ma Paola precisa: «Devo fare una doverosa premessa: io ero una studentessa universitaria di matematica (non mi sono poi riuscita a laureare però), come ho detto a ‘Ballando con le Stelle’. E al palco sono arrivata quasi per caso, anche se già da bambina ero una ‘enfant prodige’, appassionata di pianoforte, che i miei non mi facevano studiare. Le lezioni di solfeggio me le pagavo insegnando matematica. Poi, vennero le comparsate al San Carlo, dove, grazie alle mie conoscenze, mi misero a tenere altri corsi (d’italiano per arabi). Comunque, non volevo fare l’attrice, anche se in tanti cercavano di convincermi, a partire da Giuliana Berlinguer, che mi voleva protagonista di uno sceneggiato con Vittorio Mezzogiorno. Cosa che poi feci, perché vinsi il provino nella nascente Rai 3».
Paola Cannatello e Paolantoni: “Lincontro grazie a Nello Mascia e Ugo Gregoretti,”
L’incontro con Francesco avvenne grazie a Nello Mascia e Ugo Gregoretti, che li coinvolsero nello spettacolo ‘Il matrimonio di Figaro’ di Beaumarchais. «Con noi sul palco, oltre a Mascia, c’erano Antonio Casagrande, Nando Paone, Didi Perego, Grazia Maria Spina, Sandro Merli, Caterina Sylos Labini e tanti altri. Cominciammo ad andare in tournée e io mi accorsi che, nelle cene del dopo teatro, Francesco, nonostante in scena fosse serissimo, teneva banco con la sua ironia e già cominciava a proporre alcune delle figure a cui poi abbiamo dato anima insieme». Fu allora che scattò la scintilla: «Da quel momento iniziò una convivenza durata circa vent’anni, fatta di complicità e condivisione, di vita e di lavoro».
In quegli anni, la loro collaborazione professionale fu intensa e reciproca. Paola contribuì a trasformare Francesco da attore serio a comico di grande successo, mentre lui valorizzò il talento della sua compagna, trasformandola da ex studentessa di matematica in un’autrice di punta. Ma, come spesso accade, arrivarono le crisi. «Un classico: litigavamo spesso. Vivevamo crisi cicliche fra alti e bassi, e bassi e bassi. Non più superabili. Dopo tanti anni in cui ci siamo divisi tutto e cambiato tante case insieme nel centro storico, quando alla fine arredammo quello che doveva essere il nostro appartamento definitivo a Chiaia, ci siamo lasciati».
Paola Cannatello: “Matrimonio con Paolantoni? Rispondo con la frase di una canzone”
Nonostante la separazione, il legame tra i due non si è mai spezzato. «Abbiamo creato e lui ha proposto tanti personaggi, dal gassmaniano Ruggero De Lollis al Robertino che ha “vinto qualche cosa” di “Mai dire gol” (in scena per due anni), dal Cupido di “Indietro tutta” all’onorevole leghista Michele Ramaglia di “Sportacus” con Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti e Stefano Sarcinelli. Fino al ritorno in Rai con Fabio Fazio a “Quelli che il calcio” e con “L’Ottavo nano” del duo Serena Dandini-Corrado Guzzanti».
Il decennio successivo fu un periodo buio, segnato dalla distanza geografica e da difficoltà professionali. «Io a Roma, autrice ancora per Dandini e co-sceneggiatrice per Guzzanti, e lui, mal consigliato, in pieno periodo di decadenza, abbandonato anche da quelli che consideravamo amici e impegnato solo in piccole cose a teatro. Restavamo sempre in contatto però».
Finalmente, nel 2015, arrivò la rinascita, insieme. «Abbiamo ripreso a frequentarci e lui ha ricominciato con Amadeus e ‘Stasera tutto è possibile’ (di cui è tuttora uno dei principali protagonisti). E di nuovo con Fazio a ‘Che tempo che fa’. Io, invece, impegnata con Fiorella Mannoia, sempre in tv».
Quando le si chiede perché non si siano mai sposati, Paola risponde con serenità: «Non abbiamo nessuna esigenza di sposarci, non siamo una coppia canonica, stiamo bene così. Ci basta che lui ci sia per me ed io per lui. E comunque non ci definiamo. Anzi, voglio farlo con una frase tratta da una canzone di Jacques Brel: “C’è voluto del talento per riuscire a invecchiare senza diventare adulti”».
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