TRAPPIST-1 b, le scoperte del nuovo telescopio stravolgono le teorie: abbiamo trovato la Terra 2.0? Gli astronomi hanno recentemente fatto notevoli progressi nella comprensione dell’esopianeta TRAPPIST-1 b, uno dei sette pianeti rocciosi che orbitano intorno alla stella TRAPPIST-1, situata a circa 40 anni luce dalla Terra. Sebbene sia stato a lungo considerato una possibile “Terra 2.0”, questo esopianeta risulta essere molto più misterioso di quanto si pensasse.
Grazie alle recenti osservazioni effettuate con il telescopio spaziale James Webb (JWST), è emerso che TRAPPIST-1 b è probabilmente un pianeta scuro e roccioso, privo di un’atmosfera significativa, il che contraddice le precedenti ipotesi sulle sue caratteristiche geologiche.
Lo studio, guidato da Elsa Ducrot del Commissariat aux Energies Atomiques (CEA) di Parigi, con la collaborazione dei ricercatori del Max Planck Institute for Astronomy (MPIA), ha utilizzato misurazioni della radiazione infrarossa termica di TRAPPIST-1 b. I risultati, pubblicati su Nature Astronomy, suggeriscono che la crosta di TRAPPIST-1 b potrebbe essere geologicamente attiva, nonostante l’assenza di un’atmosfera che normalmente causa un’erosione significativa.
Jeroen Bouwman, astronomo del MPIA coinvolto nella ricerca, ha osservato che il materiale superficiale sembra essere relativamente giovane, indicando un’età massima di circa 1.000 anni, molto più giovane del pianeta stesso. Questa giovinezza geologica solleva nuove ipotesi sui processi interni del pianeta, come il vulcanismo estremo o la tettonica a placche.
Può ospitare un’atmosfera densa di anidride carbonica
Inoltre, le dimensioni del pianeta potrebbero consentirgli di trattenere il calore residuo della sua formazione, mentre le forze di marea della sua stella centrale e dei pianeti vicini potrebbero generare ulteriore calore interno. Curiosamente, i dati indicano anche la possibilità che TRAPPIST-1 b possa ospitare un’atmosfera densa di anidride carbonica.
Thomas Henning, direttore emerito del MPIA, ha spiegato che la foschia prodotta dai composti degli idrocarburi potrebbe creare condizioni in cui gli strati atmosferici superiori vengono riscaldati dalla luce delle stelle, potenzialmente generando un effetto serra.
Tuttavia, gli astronomi avvertono che rilevare le atmosfere attorno agli esopianeti rocciosi come TRAPPIST-1 b resta una sfida, a causa dell’attività stellare delle nane rosse come TRAPPIST-1. Sono previste future osservazioni per esplorare ulteriormente questo enigmatico pianeta e le sue condizioni atmosferiche nell’ambito del programma “Rocky Worlds” recentemente approvato dalla NASA, che mira a studiare gli esopianeti rocciosi attorno a stelle di piccola massa.
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