Vegani e contro la medicina, il figlio di 3 anni muore malato e denutrito: genitori arrestati e condannati. Una coppia di genitori vegani e contro la medicina, sono stati arrestati e condannati a 44 anni di carcere per la morte del figlio denutrito, causata da una dieta inadeguata e dalla mancanza di cure mediche.
Ossessionati dal “mangiare sano” e dal rifiuto della medicina occidentale, la coppia viveva in isolamento, seguendo rigide regole religiose autoimposte e nutrendosi esclusivamente di noci, frutta e semi. Il figlio, un bambino di tre anni, è morto a causa di gravi condizioni di malnutrizione, ritardo della crescita, anemia e rachitismo, aggravate da una malattia respiratoria non curata.
Il corpo del bambino, sepolto nel giardino di casa, è stato scoperto tre anni dopo la morte, quando la polizia ha iniziato a indagare su sospetti sollevati da post sui social media. Durante il processo, è emerso che la coppia aveva deliberatamente evitato i servizi sanitari, nascondendo il bambino fino alla sua morte nel 2020. Dopo il decesso, i genitori hanno giaciuto accanto al corpo per otto giorni, imbalsamandolo con incenso e mirra, convinti che si sarebbe reincarnato.
Estrema negligenza
Il giudice ha definito il caso un esempio estremo di negligenza, sottolineando che il bambino era così malnutrito che il suo sistema immunitario era compromesso e le sue condizioni fisiche erano drammaticamente peggiorate. I patologi hanno rilevato diverse fratture ossee e gravi problemi dentali, segni di sofferenze atroci. Nonostante ciò, la coppia sosteneva che il figlio fosse sano fino a poco prima della sua morte, dichiarazione smentita dalle prove mediche.
La madre è stata condannata a 19 anni e mezzo di carcere, mentre il padre a 24 anni e mezzo. Entrambi dovranno scontare almeno metà della pena prima di poter essere rilasciati. Durante il processo, gli avvocati difensori hanno descritto il caso come tragico, attribuendo le azioni della coppia a convinzioni ideologiche errate, ma sincere. Tuttavia, i procuratori hanno accusato i genitori di “arroganza e crudeltà”, evidenziando che il bambino avrebbe potuto essere salvato con cure tempestive.
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