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Angelina Jolie: “Io come Maria Callas per un aspetto. Uomini? Sono attratta soprattutto da una tipologia”

Angelina Jolie: “Io come Maria Callas per un aspetto. Uomini? Sono attratta soprattutto da una tipologia”. Angelina Jolie come Maria Callas, l’attrice statunitense, 49 anni, veste i panni del soprano nel film Maria, diretto da Pablo Larraín e sceneggiato da Steven Knight, in uscita dal 1° gennaio. Ne parla in una intervista a ‘7’ de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

A livello personale qual è l’aspetto di Maria Callas che ha risuonato di più in lei?
«La parte di lei che mi ha più coinvolto è il suo amore per il lavoro, che prendeva molto sul serio; era estremamente disciplinata nel suo mestiere. Sono anch’io una grande lavoratrice e a livello personale conosco la solitudine nell’essere qualcuno che lotta contro sé stesso. Si può pensare che attraverso l’arte si viene compresi più a fondo dagli altri, ma la verità è che si passa molto tempo sentendosi soli».

Sembra un effetto della sindrome dell’impostore. Ma nel caso di Maria Callas forse è più qualcosa di simile a una dittatura della perfezione.
«Per lei è stato così, ma lei ed io siamo state cresciute in modo molto diverso. Io ho avuto la fortuna di avere una madre che mi ha allevato facendomi sentire che, anche se non fossi stata perfetta in qualcosa, mi avrebbe amata lo stesso, con tutti i miei difetti. Mia madre era gentile e calorosa».

Angelina Jolie: “Io come Maria Callas per un aspetto”

La madre di Maria Callas è stata l’opposto.
«Credo che sin da piccola Maria si è sentita dire che non valeva nulla se non era perfetta in qualcosa: essere perfetta, un suono perfetto, una voce perfetta, fisico perfetto, aspetto perfetto, tutto in modo perfetto. Credo non abbia mai sentito di essere abbastanza. Viveva vita e lavoro sotto una pressione dolorosa».

La vera famiglia di Maria Callas, nel film, sono i due domestici. Bruna e Ferruccio. Ferruccio è un amico fidato, ma senza confidenza, un po’ marito, un po’ padre, ma senza intimità nè autorità. Con Bruna c’è più complicità e fiducia, lo vediamo nella scena in cucina, dove Maria canta e chiede a Bruna un giudizio critico sincero. Lei ha avuto, magari all’inizio della sua carriera, qualcuno come Bruna? Una persona del cui giudizio si fidava in maniera assoluta? Non perché esperta, ma perché sapeva ascoltarla davvero.
«Mia madre è stata quella persona. Voleva davvero essere un’attrice. Credo che, di fatto, sia il motivo per cui io sono diventata attrice. Non era tanto un mio sogno, quanto il suo, qualcosa che non era riuscita a realizzare. Sa, a 25 anni era divorziata con due bambini piccoli. E così ha adattato la sua vita. Amava trascorrere molto tempo con me, a parlarmi di teatro, a portarmi a vedere opere, a conversare sul processo creativo. Mia madre aveva studiato con Lee Strasberg ed era un’artista meravigliosa, che però non ha mai avuto la possibilità di vivere una vita da artista».

Angelina Jolie: “Uomini? Sono attratta soprattutto da una tipologia”

[…] Parlando di uomini, Aristotele Onassis per Maria Callas è un uomo di cui avvertiamo il magnetismo nel film. È l’uomo che può avere tutto quello che desidera. È il grande amore. Ma pure il rischio di finire in una gabbia dorata. Le è mai capitato nella vita di incontrare un uomo come Onassis?
«Non credo di aver mai incontrato un uomo che mi facesse sentire come lei si sentiva con Onassis. Il mio rapporto con gli uomini è… non saprei. Sono sola da parecchio tempo ormai. È strano anche solo pensarci. Ma se tralasciamo le complessità di Onassis, posso dire che mi piacciano gli uomini che hanno quel livello di mascolinità, tale da far sentire a Maria che può essere una ragazza, può essere tenera, persino piccola, perché lui ha una presenza molto forte. A Maria piaceva quella dolcezza, lui non era una gabbia. E sono sicura che le piacesse il sesso, le piacesse essere una donna. E probabilmente ci voleva un certo tipo di uomo per farla sentire così».

Maria, nel film, brucia gli abiti di scena per tagliare con il passato. Lei cosa brucerebbe?
«Niente. Non sono una che si aggrappa alle cose. I miei figli mi prendono in giro, perché regalo tante cose, ho spesso scatoloni pieni di roba, il mio armadio è piccolo. Non ho questo attaccamento, non voglio essere posseduta dalle cose. Finché sto con i miei figli, nulla conta di più. A chi mi chiede: “Se la tua casa fosse in fiamme, cosa prenderesti?”, posso rispondere “il passaporto”. La libertà di movimento per me è la libertà fondamentale».

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