La Terra ha tremato violentemente nel 2011 e ancora non sappiamo cosa è successo: il caso. L’11 marzo del 2011 la Terra ha tremato violentemente. Un terremoto di magnitudo 9.1 ha colpito la costa nord-orientale del Giappone, scatenando uno tsunami devastante che ha paralizzato tre reattori nucleari e causato oltre 18.000 vittime. Questo evento, noto come il terremoto e tsunami di Tohoku, rimane il più forte registrato nella storia del Giappone e il terzo più grande a livello mondiale dal 1900.
Da settembre 2024, un team internazionale di ricercatori è a bordo della nave di ricerca giapponese CHIKYU per condurre operazioni di perforazione in acque profonde e indagare sulle cause del terremoto del 2011. Questa spedizione, nota come IODP Expedition 405, mira a comprendere meglio le zone di subduzione e il loro ruolo nella generazione di grandi terremoti e tsunami.
La spedizione attuale è la seconda nella regione, dopo la IODP Expedition 343, condotta 13 mesi dopo il terremoto del 2011. Durante la prima missione, i ricercatori hanno perforato il confine della placca e scoperto cambiamenti significativi nella zona di subduzione. I risultati includevano prove di calore da attrito collegato al terremoto.
Il caso
L’IODP Expedition 405 si concentra sulla valutazione delle proprietà, dei processi e delle condizioni delle zone di subduzione rispetto alla spedizione precedente. La raccolta di dati fisici dai fori di trivellazione, l’analisi dei campioni di carotaggio e l’installazione di osservatori per monitorare le condizioni in tempo reale sono tra le principali attività.
Il team di ricerca è diviso in due gruppi, ciascuno dei quali trascorre circa due mesi a bordo. Il dott. Matt Ikari del MARUM ha guidato il primo team, mentre il dott. Junli Zhang fa attualmente parte del team di geochimica. La spedizione è organizzata da JAMSTEC e coinvolge 56 scienziati provenienti da dieci paesi.
Questa missione mira a rispondere a domande critiche sull’accumulo di stress attorno alle zone di faglia, le caratteristiche strutturali delle faglie e la dinamica dei fluidi che influenzano questi processi geologici. Le informazioni raccolte potrebbero migliorare la preparazione ai terremoti e mitigare i rischi associati alla futura attività sismica in Giappone e altrove.
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