Dario Ballantini: “La mia faccia oggi piace di più, l’ho tenuta nascosta per un motivo. Il mio Valentino ha cambiato la Tv”. Dario Ballantini e la faccia nascosta dai personaggi imitati, l’attore e comico toscano, 60 anni, ripercorre le tappe della sua carriera in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
La sua faccia le piace?
«Ultimamente un po’ di più».
E perché ha sempre voluto nasconderla?
«Forse voglio sfuggire alla mia vera identità… A un certo punto della mia vita mi sono assuefatto al fatto che spesso non venivo riconosciuto nemmeno dai parenti, una volta mio nonno mi aveva a due passi e non mi vide. Bastava che mi tagliassi i capelli o cambiassi il vestito e diventavo un altro. Alla fine però avere un volto neutro aiuta: è adatto a tutti i personaggi».
Ha imitato 70 personaggi: il migliore?
«Gino Paoli: il figlio mi ha scambiato per lui, più di così».
A Cannes pensarono fosse il vero Nanni Moretti.
«Salimmo sulla Montées des Marches e in Eurovisione annunciarono l’arrivo di monsieur Nanni Morettì, con l’accento sulla “i”. Dopo 10 secondi sono arrivate le guardie e ci hanno strappato i pass dal collo».
Moretti si offese.
«Non ama che si faccia spirito su di lui. Abbiamo calcato la mano, la sua imitazione era molto eccessiva, con il sederone di plastica finto. Penso che per lui non fosse abbastanza chic».
Chi altri non la prese bene?
«Vittorio Emanuele si irritò molto, anche per la presenza di Alvaro Vitali che faceva la moglie. Ci mandò pure una, inutile, diffida».
Dario Ballantini: “La mia faccia oggi piace di più, l’ho tenuta nascosta per un motivo”
Morandi?
«È stato spiritoso. Come Gino Paoli e Vasco Rossi. Morandi è quello a cui sono più vicino fisicamente, da bambino ero uguale a lui, infatti ci ho messo tanto a imitarlo perché sapevo che mi veniva facile. Mi colpiva che tutti lo imitassero come cantante, mentre io ho scelto di farlo motivatore: dai che ce la fai».
I politici sono il suo core business…
«Ormai i politici sono diventati più attori dei veri attori. L’attualità detta legge, è inevitabile».
[…] Conte?
«Ha delle somiglianze con il Totò di Signori si nasce: mi piace calcare su quel carattere da gagà, l’eleganza eccessiva».
Ora c’è Vannacci.
«Uno dei più difficili, mi porta via quattro ore e un quarto di trucco, il più lungo in assoluto. La parlata è difficile, come tutti i militari che hanno girato tanto ha diverse inflessioni. Uno slang particolare, militaresco».
[…] Valentino fu l’inizio di tutto, la svolta della sua carriera.
«Mi mandarono all’arrembaggio per strada e cambiò il modo di fare tv. Nessuno aveva mai fatto imitazioni in mezzo alla gente facendo finta di essere il vero personaggio che agisce. Antonio mi disse: vuoi vedere che tutto il repertorio dei tuoi personaggi funziona se lo fai in strada? Non come qui in studio che non funziona nulla».
Il momento più basso della sua carriera?
«Poco prima di avere il successo con Valentino me la passavo male. Una volta avevo dovuto truccare dei finti albanesi per Striscia e si era profilata l’idea di farmi fare il truccatore perché i miei personaggi non sfondavano. In quel momento pensai: ahia, si mette male».
Dario Ballantini: “Il mio Valentino ha cambiato la Tv”
Gli inizi?
«A 12 anni fui folgorato da Alighiero Noschese, il grande imitatore della tv in bianco e nero. Al liceo mi venne naturale la tendenza a imitare gli altri, ero riservato, ma appena facevo il verso a qualcuno, la voce si spargeva e venivano a chiedermi l’imitazione. Da lì ho capito che poteva essere una strada».
Un inizio splendente: a 18 anni subito in tv, con Corrado.
«Cercavano giovani talenti in giro per l’Italia, andai con un amico e ci tennero per otto puntate, lo stesso Corrado mi fece i complimenti. Fu un inizio sfolgorante».
E poi che successe?
«Zero tv per 16 anni. La mia vera gavetta è cominciata dopo quell’inizio televisivo troppo giovanile».
[…] Fu bocciato da Baudo.
«Partecipai a Gran Premio, un concorso della Rai per giovani talenti. Ero praticamente stato scelto da Baudo, ma mi misero nella squadra delle riserve e preferirono puntare su un’imitatrice, che non ha fatto carriera, perché una donna imitatrice era una novità, era più originale. Arrabbiato per essere stato messo in riserva, chiamai Rete4».
[…] «Striscia» è la sua comfort zone?
«Ho pensato più volte di fare una cosa mia, ho avuto belle occasioni da Bibi Ballandi, Gabriele Lavia e Gigi Proietti, ma non me la sono sentita. Ho fatto mia la teoria di Ricci: Ballantini potrebbe fare un mega show, ma non lo fa».
«Lo Spettacolo di Ballantini – Conseguenze di 40 anni nei panni degli altri» fa diverse tappe tra cui quella del 4 febbraio 2025 al Brancaccio di Roma.
«In questo spettacolo porto in scena personaggi che non faccio da anni, racconti curiosi e inediti sono accompagnati dalle canzoni degli artisti interpretati. Mi piace fare cose che non vedi in tv».
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