Infermiera rifiuta la proposta di matrimonio di un uomo: aggredita in ospedale a colpi di machete. Una infermiera rifiuta la proposta di matrimonio di un uomo e lui la aggredisce in ospedale a colpi di machete. È successo lo scorso giovedì, 28 novembre, a Belagavi, nello Stato indiano del Karnataka. Un video diffuso online mostra la donna che, con grande coraggio, combatte contro l’aggressore per difendersi e riuscire a salvarsi.
L’uomo ha fatto irruzione nei locali dell’ospedale, si è posizionato vicino al bancone della reception e, poco dopo, ha aggredito brutalmente la donna. Nonostante la violenza del gesto, la vittima è riuscita a respingerlo e a mettersi in salvo. L’aggressore era noto per averla molestata in passato con l’obiettivo di convincerla a sposarlo. Dopo il rifiuto della famiglia della donna, avvenuto pochi giorni prima, ha deciso di compiere questo gesto estremo. Nel video si nota anche l’intervento del personale ospedaliero, che ha cercato di fermare l’uomo dopo l’attacco.
L’aggressione ha generato panico tra i presenti, portando pazienti e membri del personale a fuggire per paura di ulteriori violenze. Fortunatamente, la polizia è intervenuta rapidamente, arrestando l’uomo poco dopo l’accaduto. Al momento, è detenuto in custodia, e contro di lui è stato registrato un caso presso la stazione di polizia locale.
Allarme per gli attacchi agli operatori sanitari
Questo episodio si aggiunge a una lunga serie di attacchi contro gli operatori sanitari, che si trovano spesso in prima linea non solo nell’assistenza ai pazienti, ma anche nell’affrontare situazioni di rischio personale. In Italia, come in altri Paesi, le aggressioni a medici, infermieri e altro personale sanitario sono in costante aumento, sia negli ospedali sia nei presidi territoriali.
Questo fenomeno, oltre a rappresentare una grave minaccia per la loro incolumità fisica e psicologica, mette a rischio l’intero sistema sanitario, già gravato da carenze di organico e condizioni di lavoro difficili. È necessario un intervento deciso, con misure di sicurezza più efficaci e una maggiore sensibilizzazione pubblica, per garantire che chi si dedica alla cura degli altri possa farlo senza temere per la propria vita.
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