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Susanna Tamaro: “Amore per i cani diverso da quello per i figli, c’è una differenza. Battiato aveva ragione”

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Susanna Tamaro: “Amore per i cani diverso da quello per i figli, c’è una differenza. Battiato aveva ragione”. Susanna Tamaro sull’amore per i cani e la differenza con quello per i figli, la scrittrice friulana, 67 anni, spiega il suo punto di vista sul rapporto tra uomini e animali in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Che tipo di amore è quello di un cane? Perché un essere umano ne ha bisogno?
«Il nostro rapporto con gli animali è stato stravolto rispetto a come era per noi cresciuti negli Anni 50, 60. Quando ero bambina nella mia classe tutte avremmo dato qualsiasi cosa per avere un cagnolino, solo una lo aveva, di razza, ed era molto invidiata. Ora, soprattutto dopo il Covid, è tutto diverso. È una evoluzione segnata da quella della società: andiamo verso la disperazione di massa, lo sradicamento da ogni realtà umana. I cani ci ricordano che esiste l’innocenza dell’amore donato. Viviamo in un mondo di squali, dobbiamo riuscire a sopravvivere, loro ci stanno vicino con un amore senza ombre. Questo è il motivo per cui sono così diffusi e hanno una funzione così importante. E non è vero che non richiedono impegno, anzi. Vanno trattati come esseri senzienti: un cane da borsetta o con le unghie laccate è una grande perversione».

Susanna Tamaro: “Amore per i cani diverso da quello per i figli”

Papa Francesco è più volte intervenuto su questo punto: detto brutalmente i cani sono diventati un’alternativa ai figli?
«No, il loro è un amore che aiuta anche e molto i soli e i disperati. Certo può diventare patologico, ma è una questione minoritaria infatti molte famiglie hanno gli uni e gli altri. Io penso che non si facciano i figli per tante altre ragioni più profonde. Il Papa è un uomo molto anziano che viene da una cultura contadina piemontese, non ha mai avuto un rapporto con gli animali domestici in genere e dunque non sa quanto leniscono le disperazioni e le solitudini. Pensiamo alle persone anziane sole: bisognerebbe fare un programma per affidare loro un animale, prevedere piccoli aiuti economici se necessario. Un anziano con un cane esce, si muove, socializza, non sta seduto davanti alla tv. Quante vedove incontro a Roma con i loro cagnolini, vorrei fare un libro fotografico solo su questo. C’è un trasporto davvero commovente…».

Il maestro Franco Battiato, parlando di amore, disse che «l’amore o è incondizionato o non è amore».
«La penso esattamente così. Mi irrito molto quando mi dicono “eh ti piacciono tanto i cani ma….”. Io faccio tanto per loro ma molto di più per l’istruzione di donne e bambine in Paesi difficili. E non lo vado certo a dire. E comunque non è che un amore esclude l’altro, semmai un amore illumina l’altro».

Il grande etologo ungherese Vilmos Csányi parla dell’inizio del rapporto tra lupi e umani e sottolinea il concetto di cooperazione…
«Certo, i lupi si avvicinarono a noi per il cibo ma così tennero puliti i luoghi dove vivevamo. Ci tenevano al caldo, ci proteggevano. Nel nostro mondo manca la cooperazione affettiva, siamo privi di rapporti umani diretti e semplici, risucchiati dalla tecnologia».

Susanna Tamaro: “Battiato aveva ragione sull’amore”

[…] Sui social e non solo c’è un dibattito abbastanza animato intorno a chi definisce “figli” i suoi animali. Lei si sente “madre”?
«No, no (sorride ndr). Bisogna trovare un neologismo. Dire “padrone” non va più bene, per la legge io sono la “proprietaria”. Però il rapporto non può essere descritto in questo modo, è molto complesso. Devo pensarci».

[…] Cosa la spaventa di più?
«Quello che sta avvenendo nel mondo»

E ci vede solo male?
«Vedo una inconsapevolezza delle manipolazioni che avvengono e questo porta su strade un po’ rischiose. Nel momento in cui distruggi l’intelligenza delle giovani generazioni… Perché diciamo la verità, una cosa è venire da famiglie in cui c’è sensibilità intellettuale e quindi c’è la dimensione tecnologica ma anche molto altro. Un conto è la sterminata schiera di ragazzi e ragazze che sono abbandonati a balie elettroniche. Per alcuni genitori è anche un punto di orgoglio che i loro figli siano così tecnologicizzati. Quei cervelli, che non avranno mai senso critico, sono tristi realtà. Così si diventa vittime di chi ragiona in modo più potente di noi».

Il progresso…
«Non è in sé il bene assoluto. In tanti campi, come quello scientifico, l’intelligenza artificiale consente di ottenere risultati meravigliosi. Ma quando entra nella dimensione dell’umano, alt. In Svezia hanno osservato che i test di intelligenza sono in caduta libera. L’algoritmo è rozzo, l’uomo per sua natura è complesso, dunque sono due realtà inconciliabili. Rischiamo di diventare i servitori di un sistema rozzo. Tutto quello che ha a che fare con l’educazione e la selezione delle persone, a vari livelli, deve stare fuori. Lo sappiamo già e lo abbiamo verificato».

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