Marina La Rosa: “Io icona. Piaccia o no, la verità è una. Gattamorta? Una volta ho pianto per ben altri insulti”. Marina La Rosa icona o gattamorta? La concorrente de ‘La Talpa’, 48 anni il prossimo gennaio, parla a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Nella sua bio di Instagram scrive: «Stronza, così mi dipingono». Perché la dipingono così?
«Sono una che ha sempre detto quello che pensava. Essere dirette e sincere spesso viene interpretato come sinonimo di arroganza o freddezza. E io non sono una che vuole piacere a tutti costi, immagino sia per questo che sono da sempre considerata un personaggio controverso e divisivo».
«In realtà sono un’icona ma resto semplice». Anche modesta…
«C’è molta ironia in questa mia frase. Comunque la verità, piaccia o no, è che io ho lasciato un segno. Sono stata una delle prime donne che ha mostrato in tv un lato femminile sensuale e autentico senza alcun timore, anche in un contesto esposto come il Grande Fratello».
Quanto si ritrovava nell’etichetta della «gattamorta»?
«Non mi ci sono mai ritrovata. Credo fosse un’etichetta che mi hanno cucito addosso sia per spettacolarizzare il personaggio sia perché la gente non era pronta per una ragazza come me: una giovane siciliana, senza neanche grandi curve ma con una grande carica seducente che, tutt’a un tratto, è diventata il sogno erotico degli italiani. Un fenomeno sociale. E, in questi casi, il pubblico si diverte a giudicare, additare e sentenziare».
Marina La Rosa: “Io icona. Piaccia o no, la verità è una”
E quanto le dava fastidio quell’etichetta?
«All’inizio mi faceva sorridere. Poi con il passare dei mesi mi sono resa conto che ormai ero diventata veramente così per tutti. Gattamorta d’altronde era la cosa più carina che mi sentivo urlare per strada, poi c’erano altri appellativi che preferirei non ripetere».
Se deve racchiudere in un’immagine quell’esperienza quale le viene in mente per prima?
«Un pomeriggio in cui avevo deciso di andare al cinema con un’amica. La gente mi aveva visto alla cassa e si era acceso il solito brusìo di sottofondo al quale ero ormai abituata. Una volta dentro quello che era un semplice chiacchiericcio era cresciuto, trasformandosi in offese e inutili urla. Hanno dovuto interrompere la proiezione. Per la prima volta, quel giorno, ho pianto: la mia poltrona, fossimo stati nel Cinquecento, si sarebbe trasformata in un rogo nel quale stavo per essere bruciata».
Molto teatrale, e un filino esagerata…
«Certo, questo episodio, a distanza di anni, potrebbe fare anche sorridere ma le assicuro che certe etichette possono minare l’identità. Ero molto giovane e sicuramente poco strutturata, infatti dopo poco tempo ho cominciato a soffrire di attacchi di panico e mi è venuta la fobia di frequentare posti affollati».
Marina La Rosa: “Gattamorta? Una volta ho pianto per ben altri insulti”
Per una sera in discoteca le davano fino a 50 milioni di lire, per il calendario di «Max» 60 milioni: i soldi di quel periodo li ha investiti o dilapidati?
«Non si è informato bene, per Max mi hanno pagata molto di più».
All’epoca però lei diceva così…
«I soldi non li ho né investiti né dilapidati. Ho vissuto e li ho spesi. Certo, tornando indietro, farei altre scelte ma, ahimè, la giovinezza è una dimensione così meravigliosa in cui non c’è tempo di pensare al futuro».
Le manca quel successo, quell’avere tutti ai suoi piedi?
Ride: «No, perché li ho ancora ai miei piedi… In realtà quell’improvviso successo, arrivato senza alcun merito, ha avuto un fortissimo impatto a livello profondo: da un lato ha generato in me un forte senso di inadeguatezza e dall’altro ha creato una “rottura” interna tra chi ero io veramente e come invece ero percepita dagli altri».
Grande Fratello, Reality Circus, L’isola dei famosi, ora La Talpa: il reality è la sua unica dimensione televisiva?
Ride. «Prima di fare questa domanda poteva almeno consultare Wikipedia. Ho fatto tante e diverse cose in tv».
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