Margot Sikabonyi: “Maria di Un medico in famiglia? Dopo l’inferno in cui sono passata, la adoro”. Margot Sikabonyi su Maria di Un medico in famiglia, ruolo che l’ha resa celebre, gli esordi, lo yoga, e non solo l’attrice romana, 41 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Su Instagram, c’è un video in cui racconta: «La gente dice: questa faceva l’attrice, mo’ insegna yoga e, non si capisce perché, parla di massimi sistemi, felicità, centratura, ma perché?». Che cosa risponde?
«Pure Luca Barbareschi, quest’estate, quando ha prodotto il film che stavo girando, mi ripeteva “ma allora che devi fa’? Insegnare yoga o fare l’attrice?”. Ma perché scegliere? Che poi: ogni attore deve fare un percorso olistico di centratura, se no, finisce in overdose in una stanza da solo. Vabbè, non voglio esagerare, però la centratura è vitale… Invece, sui social, mi criticano, dicono: che vuoi fare? Decidi cosa sei».
Ha fatto pace col fatto che, per tanti, sarà sempre Maria di «Un medico in famiglia»?
«Nel rapporto con lei, sono passata da “sono fighissima” a “voglio scappare”, poi, l’ho usata per capire chi fossi. Adesso, da madre divorziata, dopo l’inferno in cui sono passata, la adoro. Quando una ragazza mi dice “ho studiato medicina ispirata da Maria”, mi emoziono. Oggi, provo solo gratitudine».
«L’inferno» è stato crescere sotto gli occhi di milioni di italiani?
«Il momento più duro della mia vita è stato il divorzio, il castello della famiglia che crolla, prendersi la responsabilità di non fingere che va tutto bene. Ma anche il successo della serie non era stato facile da vivere: non mi sentivo all’altezza, avevo la sindrome dell’impostore. E non sempre volevo stare su quel set… Mio padre è morto mentre ero lì, avevo 15 anni, non vedevo gli amici perché non andavo a scuola e gli insegnanti venivano in camerino. Ad alcuni compagni ero diventata antipatica e altri, all’improvviso, volevano starmi intorno, ma in loro non sentivo verità. L’adolescenza già è terribile perché ti chiedi chi sei, io, in più, avevo il papà morto e un personaggio che dominava tutto».
Margot Sikabonyi: “Maria di Un medico in famiglia? Dopo l’inferno in cui sono passata, la adoro”
Lei che bambina era stata prima di allora?
«Estremamente timida e insicura. Poi, un mese prima che uscisse il Medico in famiglia, papà è mancato. È stato un crocevia perché, mentre mi chiedevo cos’è la vita e cos’è la morte, sono finita nella nuvola del successo e ho visto che, in quella stanza di eletti, quasi nessuno era felice. Tutti mi dicevano “bella e brava”, ma era come se qualcuno mi avesse tolto le bende dagli occhi per dirmi: la vita è altro».
Padre ungherese, madre canadese: come si erano incontrati e come erano finiti a vivere a Roma, dove nasce lei?
«Papà era un geologo e stava lavorando in Canada quando ha conosciuto mamma, studentessa universitaria, in mezzo alle sue praterie. S’innamorarono seduta stante. Lui le propose di vivere a Roma, perché si mangiava benissimo e c’era sempre il sole. Vanno a Roma, dove nasciamo io e mio fratello, perché lì c’era il sole».
Margot Sikabonyi: “Io scoperta per caso, avevo accompagnato una persona”
Come e perché inizia a recitare?
«Accompagno una persona a un provino, esce un’assistente ai casting e mi chiede se parlo inglese. Dico sì e loro cercavano un’undicenne che parlasse inglese per un film. Io scopro che recitare mi viene super facile. Inizio a lavorare senza sosta, faccio I ragazzi del muretto, Ardena al cinema, Caro Maestro…».
Quante cose ha fatto per la prima volta sui set invece che nella vita?
«Il primo bacio, traumatico, l’ho dato in Caro Maestro 2. Mi trovo davanti un ragazzo che non conosco, il regista fa: azione, forza, dai, su con questo bacio, sbrigati. Io: pietrificata. Sul set, mi sono innamorata per la prima volta. Di Pietro Sermonti, nel Medico. Infatti, sono caduta su Sermonti pure nella vita: sei anni tormentati, sul set e fuori. Giravo scene romantiche quando avrei voluto dargli capocciate. E sono diventata madre prima sul set che nella vita».
Quante volte è scappata da tutto questo?
«La prima, a 18 anni, per studiare recitazione a Parigi e vedere se ero veramente un’attrice. Mi sono diplomata prima della classe, ho trovato un agente lì, mi sono innamorata di un francese, ma arriva Carlo Bixio, il produttore del Medico, mi dice che devo tornare, insiste, dice “una stagione e basta”, poi, le stagioni diventano due, tre… Al che, ero proprio depressa, amavo recitare ma sentivo falso tutto il mondo che c’era intorno. Dico: vado a salvare i delfini.
Alle Hawaii, trovo una casetta sotto un albero di mango, inizio a surfare ed è una medicina: l’onda lava via i pensieri. Stavo così bene che ho pensato di tornare in Italia e lottare per il sogno di fare l’attrice senza rifare il Medico, ma quella era una macchina fortissima e ci ricasco. Poi, scappo a Vancouver. Anche lì: ho fatto una scuola di cinema, ero la prima della classe, avevo girato un film, ma arriva Bixio. In carne e ossa. Dico al preside: ci parli lei, gli spieghi che resto qua. Ma Bixio invita il preside in Italia, gli offre il volo, il viaggio… Niente, torno. Poi, quando incontro il futuro padre dei miei figli, dico basta e, per andarmene, purtroppo, ho dovuto litigare con tutti».
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