Raoul Bova: “Le mie sorelle? Niente a che fare con Giulia. Ho subito un’operazione da poco ma ora sono pronto a correre”. Raoul Bova sulle sorelle, l’operazione e non solo. L’attore 53enne veste i panni di don Massimo nella fiction don Matteo in onda dal 17 ottobre su Rai1. Ne parla in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Raoul, al suo arrivo, nella scorsa stagione, don Massimo era un po’ spaesato perché i parrocchiani, pensando che avesse rubato il posto a don Matteo, non lo avevano accolto con entusiasmo.
«Questa volta lo vedremo decisamente più a suo agio, anche perché quello che sembrava un mistero sulla sparizione di don Matteo è stato chiarito: è andato in missione in Africa e al suo posto è arrivato don Massimo. Poi, certo, la serenità è sempre relativa perché a turbarla arriveranno omicidi di cui lui non potrà non occuparsi».
Le storie spesso attingono alla cronaca.
«È vero, e anche in questa stagione si parlerà di casi che prendono spunto dalla realtà. Penso, per esempio, alle “challenge” (sfide, ndr) dei ragazzi o alla violenza domestica. Ma si tratta di storie scritte sempre con grande eleganza e senza violenza; ci sono serenità, dolcezza nei rapporti e, cosa che non guasta, anche un lieto fine. “Don Matteo” è una serie rassicurante che ogni volta saluta il pubblico lasciandogli la voglia di vedere la puntata successiva».
Raoul Bova: “Le mie sorelle? Niente a che fare con Giulia”
Ci sono anche diversi nuovi ingressi: il nuovo capitano Diego Martini (Eugenio Mastrandrea), la nuova pm Vittoria Guidi (Gaia Messerklinger), un bambino in canonica, Bart (Francesco Baffo) e la sorella di don Massimo.
«Sì, Giulia (interpretata da Federica Sabatini), che già nella prima puntata arriva a rompere la tranquillità. È una che combina guai, che sceglie sempre gli uomini sbagliati: sembra che i problemi vada a cercarseli. Ha avuto contrasti con il fratello fin da quando è stata adottata dalla madre di don Massimo perché era la figlia nata da una relazione del marito. Quando arriva a Spoleto dicendo per l’ennesima volta che ha bisogno di aiuto, il fratello non vuole saperne. Poi, però, verrà assegnata ai lavori socialmente utili e lui se la ritroverà in canonica, dove saranno costretti a confrontarsi e a dirsi cose che non si sono mai detti prima. È una bella storia, complicata ma anche delicata, in cui don Massimo dovrà fare i conti con la necessità di perdonare perché ora non è più solo il fratello di Giulia, ma è anche un prete».
Lei nella vita ha due sorelle.
«Ma niente a che fare con Giulia! Loro sono più grandi di me e sono state quasi una seconda e una terza mamma. Il peso ero io quando dovevano portarmi con loro (ride). Con Daniela e Tiziana ci vogliamo tanto bene, tra noi ci sono affetto e rispetto».
Raoul Bova: “Ho subito un’operazione da poco ma ora sono pronto a correre”
[…] Torniamo a don Massimo.
«Colpisce il pubblico perché è un prete tra la gente, molto francescano. Uno pratico ma fallibile, che commette errori come ciascuno di noi. E poi parla del perdono, della necessità di dare una seconda opportunità anche a chi ha sbagliato pesantemente. È un personaggio che non si può non amare».
[…] Ora che progetti ha?
«Il primo impegno è al teatro Parioli di Roma con “Il nuotatore di Auschwitz”, spettacolo ispirato alla vera storia del nuotatore francese di origine ebraica Alfred Nakache. A gennaio dovrebbero partire le riprese di “Buongiorno, mamma! 3” e a primavera dovrei tornare con la nuova stagione di “Emily in Paris”».
La attendono mesi impegnativi.
«Sì, ma ho approfittato dell’estate per rimettermi in forma. Mi sono anche operato al menisco perciò ora sono pronto a correre (ride)».
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