Home » Maria Chiara Giannetta: “Io foggiana a Roma rifiutata perché “terrona”. Che figo lavorare con il mio compagno”
Gossip Spettacolo

Maria Chiara Giannetta: “Io foggiana a Roma rifiutata perché “terrona”. Che figo lavorare con il mio compagno”

Maria Chiara Giannetta: “Io foggiana a Roma rifiutata perché “terrona”. Che figo lavorare con il mio compagno”. Maria Chiara Giannetta foggiana rifiutata a Roma, l’attrice pugliese, 32 anni, ripercorre le tappe della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] L’amore e altre seghe mentali. Un titolo un po’ esplicito…
“Non è proprio così. Il film rispecchia tantissimo la condizione dei maschi 30-40 enni di oggi. Ci sono tre amici, il protagonista è cervellotico, pessimista, con grossi problemi relazionali, tanto da essere arrivato a stare sempre solo con se stesso, anche nel sesso. Finché incontra me, una ragazza istintiva che lo stupisce. Ho tanti amici come lui, bloccati nei sentimenti”.

[…] E la protagonista di Rosa elettrica come si pone, nelle relazioni?
“C’è un ribaltamento dei ruoli, perché è Rosa ad avere paura e per questo preferisce concentrarsi sul lavoro. Vive in un limbo, non si prende un rischio nei rapporti con gli altri. Dovrà imparare a buttarsi, a vivere e non limitarsi a sopravvivere. Mi aiuta a capire meglio la psicologia maschile, perché da quel che vedo l’insicurezza è soprattutto tra gli uomini. Ma anch’io ho avuto un periodo nella mia vita, prima di fare psicoterapia, nel quale ero molto schiva. Forse con Rosa è un cerchio che si chiude”.

[…] Come sceglie i suoi personaggi?
“Mi piace studiare le persone, soprattutto se sono diverse da me. Il bello del mestiere è spostarsi dal proprio punto di vista. Mi chiedo sempre: posso rappresentare questo ruolo, posso raccontare qualcosa? Se la risposta è sì, mi ci butto. Cerco sempre di essere autentica e onesta con me stessa, me l’ha insegnato la psicoterapia e sto facendo passi da gigante”.

Maria Chiara Giannetta: “Io foggiana a Roma rifiutata perché terrona”

[…] Collabora con la Fondazione Una Nessuna Centomila, che fa prevenzione della violenza di genere. Come ci è entrata?
“Mi ha contattato la presidente, Giulia Minoli, in occasione della prima di C’è ancora domani. Ho accettato perché credo che la violenza sulle donne sia molto diffusa, anche se in modo sottile, riguarda da vicino perfino alcune amiche mie. Mi sono chiesta che cosa potessi fare, e ho deciso di impegnarmi sia a Roma, sia nella mia città, Foggia. Quando ero alle superiori ero già in prima linea nel volontariato, facevo laboratori teatrali con i disabili”.

Lei ha lasciato Foggia a 19 anni, per frequentare a Roma il Centro Sperimentale di Cinematografia. Che rapporto ha con la sue origini?
“A Roma nel 2013 mi chiamavano “terrona” e così all’inizio ho avuto una forma di rifiuto. Pian piano ho imparato ad accettare le mie radici, le ho amate, e questo mi ha permesso di crescere come donna e professionista. Devo anche ringraziare Giampaolo Morelli che mi ha permesso per la prima volta di recitare in pugliese. Non in foggiano, perché sarebbe stato più difficile da capire, ma almeno con la cadenza di Lolita Lobosco”.

[…] in Rosa elettrica lei lavora accanto al suo compagno, il regista Davide Marengo. Come sta andando?
“Dopo sette anni, è la prima volta che collaboriamo, ed è davvero molto figo! Prima sono entrata io nel progetto, poi lui. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: bene, siamo pronti. Ero un po’ preoccupata per il mio carattere fumantino ma in realtà è una bellissima esperienza”.

Che ruolo le piacerebbe interpretare in futuro?
“Un personaggio negativo, magari in un horror. Vorrei scavare nelle paure e nei pregiudizi”.

Seguici anche su Facebook. Clicca qui

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com