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Chiara Caselli: “Francesco Nuti? Oggi sarebbe stato denunciato. La mia vita cambiata dopo la depressione di mio padre”

Chiara Caselli: “Francesco Nuti? Oggi sarebbe stato denunciato. La mia vita cambiata dopo la depressione di mio padre”. Chiara Caselli su Francesco Nuti, la vita cambiata dopo la depressione del padre, gli esordi, e non solo, l’attrice bolognese, 57 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Che infanzia ha avuto?
«Molto protetta. I miei hanno avuto tre figli, uno dopo l’altro. Origini umili. Ricordo che da ragazzina ereditavo i pullover dei miei due fratelli, allora si portavano con delle strisce colorate che nel tempo si sbiadivano».

Suo padre cosa faceva?
«Era figlio di un barelliere d’ospedale e di una casalinga, cominciò come professore di francese al liceo, ma studiando in età adulta, diventò medico. Quando perse sua madre, mia nonna, si creò una ferita profonda, ebbe problemi psichici e la mia infanzia protetta andò in frantumi. Quel buco in cui si sprofonda chiamato depressione ebbe degli aspetti violenti. E la mia vita cambiò. All’epoca non c’era la dimestichezza con cui, oggi, si parla di queste cose».

Lei quanti anni aveva quando accadde?
«Ero in età di transizione, prima adolescenza. Avevo bisogno di attenzioni, mia madre era con un marito che aveva bisogno di aiuto. Mi sono sentita abbandonata».

[…] l’età in cui, molto presto, cominciò a recitare.
«All’ultimo anno di liceo frequentai una scuola di teatro. Capii che recitare mi permetteva di dare forma al mio violento mondo interiore, che non aveva avuto modo di esprimersi. La recitazione è un alibi perfetto: sei tu, ma con un altro nome e un’altra storia. Debuttai a Bolzano con un collage di poesie. Lì una troupe tedesca cercava un’attrice per una serie tv, Il nido, su persone che convivono senza nessun legame di parentela. Girammo a Wiesbaden, piccola, noiosissima cittadina termale».

Chiara Caselli: “La mia vita cambiata dopo la depressione di mio padre”

Cosa ricorda del suo esordio?
«Mi ritrovai nella stanza d’hotel dove andava la nobiltà e dove Dostoevskij aveva scritto Il giocatore, délabré, il tappeto inchiodato, la poltrona sfondata. Tornata in Italia, Citto Maselli mi propose un piccolo ruolo in Il segreto. Fu il mio esordio. Avevo 22 anni. La protagonista è Nastassja Kinski. Era bellissima, e piena di insicurezze».

Dice spesso che Bernardo Bertolucci è stato così importante per lei, però non ci ha mai lavorato.
«È importante perché mi impose al produttore Amedeo Pagani il quale per La domenica specialmente di Marco Tullio Giordana voleva Monica Bellucci. Tirò giù il grande schermo che aveva in casa, e mostrò al produttore il mio provino sul monologo finale, molto complesso. Si riaccesero le luci e Bernardo disse: non ci sono dubbi, la tua protagonista è Chiara».

[…] Ha sempre avuto voglia di fare l’attrice?
«La fiducia la riacquistai dopo l’incontro con Liliana Cavani. L’avevo persa durante OcchioPinocchio di Francesco Nuti. Un’esperienza devastante. Dico solo che, oggi, in un mondo in cui la mentalità rispetto agli abusi è profondamente diversa, Nuti avrebbe avuto una denuncia. Avevo 26 anni, ero giovane. Lui non c’è più e non voglio aggiungere altro».

Incontrò Harvey Weinstein, l’orco di Hollywood.
«Lo incontrai a New York e… non ci provò, se è quello che volete sapere. Dopo avermi vista nel film corale di Marco Tullio Giordana mi chiamò per Pulp Fiction. Nel provino le battute me le diede Quentin Tarantino, il regista, secondo una modalità che in Italia non c’è. Al provino non presero me ma (come moglie di Bruce Willis), Maria de Medeiros. A Weinstein in seguito mandai il mio primo cortometraggio come regista, Per sempre, che racconta la fuga d’amore di due bambini, mi disse che provava a mandarlo a Hollywood per un’eventuale candidatura agli Oscar ma non c’era tempo».

Chiara Caselli: “Francesco Nuti? Oggi sarebbe stato denunciato”

[…] Ora in che fase della vita è?
«Sto bene, da qualche anno sono “mediosola”, cioè non single al 100 per cento, ho un figlio che amo, studia psicologia, ha una fidanzata fantastica, l’ho cresciuto da sola che aveva 3 anni, un impegno duro anche fisicamente. Ho avuto per tanti anni un compagno, Jacopo Quadri, che non era giusto come secondo padre».

Film in uscita?
«Due, quello di Elisabetta Sgarbi, L’isola degli idealisti, alla Festa del cinema, ed è curioso che abbia interpretato lei nel film sui suoi genitori realizzato da Pupi Avati, con cui ho appena girato un terzo film, L’orto americano. Pupi è unico».

[…] I registi le chiedevano sempre di spogliarsi.
«Il mio corpo è un personaggio, se c’era necessità, nessun problema. Ricordo Belli e dannati di Gus Van Sant, eravamo nudi, io e Keanu Reeves, lui bello, sicuro di sé, con un rispetto totale del mio corpo. Io, una pischella di 23 anni. Tutto naturale. Invece fui in forte imbarazzo, mi spiace dirlo ma è così, con Michelangelo Antonioni, in Al di là delle nuvole».

Era il suo ultimo film.
«Vedevo un uomo, in quelle condizioni fisiche così precarie, attaccato alle attrici, filmava i nostri corpi con una certa morbosità. Per fortuna sua moglie Enrica e Wim Wenders, che collaborava, ebbero cura di me».

Ha un’amica attrice?
«Amanda Sandrelli, che è più di un’amica, è una sorella. L’ho conosciuta 30 anni fa, appena arrivata a Roma. Ricordo anche una lontana estate, bella e divertente, con Paola Cortellesi e suo marito Riccardo Milani. Mio figlio aveva due anni, poi entrai nel vortice orrendo della mia separazione e i contatti tra noi si persero, ma sono felice del suo successo meraviglioso».

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