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ceneri: “Forma liquida? Io come acqua per un aspetto. E c’è una differenza con gli Ep precedenti”

ceneri: “Forma liquida? Io come acqua per un aspetto. E c’è una differenza con gli Ep precedenti”. ceneri su Forma liquida, e non solo, la cantautrice friulana (vero nome Irene Ciol), 24 anni, parla del suo primo album in una intervista a ‘TV Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Cosa significa “Forma liquida” e com’è nato questo disco?
«Inizialmente doveva chiamarsi “Acqua”, scrivendo i brani mi sono accorta che era la tematica più ricorrente. È diventato “Forma liquida” perché volevo che rappresentasse anche un’idea di movimento, di qualcosa che cambia. Sto cercando la mia forma, proprio come l’acqua che la prende dal contenitore che occupa».

Come si è manifestato questo cambiamento dai tuoi primi lavori “Nello spazio che resta” e “Nelle teste degli altri”?
«Sicuramente con una mia crescita personale. Gli Ep precedenti erano dei lavori pieni di tentativi, sperimentazione, erano il mio primo vero approccio alla musica. Questo disco è più ragionato, più studiato. Con “Forma Liquida” posso dire di essere riuscita a creare una mia dimensione».

In “Salsedine” dici: «Resterò ancora in apnea finché non troverò il modo di riempire questo spazio vuoto». Sei riuscita a riempire quello spazio?
«Io penso di sì, questo album mi ha dato modo di trovare la mia direzione e mi ha insegnato non solo a riempire uno spazio ma anche a dargli un senso».

È questo “Lo spazio che resta” di cui parlavi nello scorso Ep?
«Direi di sì. Quell’Ep è stato il mio primo approccio a uno spazio nuovo, in cui sono entrata quasi alla cieca. Ora so di aver trovato un equilibrio».

ceneri: “Forma liquida? Io come acqua per un aspetto”

In “Periferia” invece parli di scappare dalle difficoltà di una vita di provincia. Tu che rapporto hai con il tuo luogo di nascita?
«Un po’ conflittuale. Dopo un po’ la vita di provincia comincia a stare stretta a tutti, perché rende più difficile capire in che direzione andare. Solo ora, dopo essermi allontanata da quel posto, capisco quanto sia stato importante per me e per la mia persona. Mi ha dato e insegnato tanto perché ha fatto da stimolo per crearmi un posto migliore dove voler stare. Ha influito tanto sulla mia musica, che ha trasformato anche solo camera mia in un posto sicuro».

[…] È voluto il fatto di averla lasciata molto grezza a livello musicale, solo piano e voce?
«Sì, volevamo creare un’atmosfera più intima, rendendola il più essenziale possibile. Con una tematica di questo tipo non è necessario perdersi in virtuosismi, lasciarla grezza faceva in modo che il messaggio arrivasse prima e più chiaro. Ci tenevo che l’attenzione fosse su questo e nient’altro».

[…] “Sei acqua” è ispirata al film “Hong Kong Express”. Ti capita spesso di rifarti al cinema quando scrivi?
«Sì. Sono una persona molto visiva, parto spesso dalle immagini. A volte mi basta tenere aperto Pinterest, scorrere foto o anche semplicemente guardare un film senza audio».

Tra le altre cose hai anche studiato grafica, è questo che ha resto così importante per te l’aspetto visivo?
«Secondo me sì, mi ha insegnato a osservare e saperlo fare è un punto di partenza fondamentale per ogni lavoro. Ho imparato a valutare più punti di vista e di conseguenza a sviluppare idee e pensieri sempre diversi».

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