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Teo Teocoli: “Celentano? Ci ho rinunciato. Motivo dell’astio legato a Claudia Mori e un ‘No'”

Teo Teocoli: “Celentano? Ci ho rinunciato. Motivo dell’astio legato a Claudia Mori e un ‘No'”. Teo Teocoli su Adriano Celentano e i motivi che hanno portato al botta e risposta dei giorni scorsi, l’attore e conduttore ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Amici da una vita. Poi il telefono che rimane sempre libero, ma muto: «Se non rispondo è perché ti voglio bene!», la spiegazione è in puro stile Celentano, ma a Teo Teocoli si dipinge un punto interrogativo sul volto.
«Mah, è una formula nuova… rimango basito, dopo tanto tempo, tanti anni, tante cazzate, tante divertimenti insieme».

Il primo incontro era stato a fine anni Cinquanta.
«L’ho aspettato sotto casa sua a 14 anni, pensavo si chiamasse Cedentano con la d, aveva già fatto successo, la somiglianza era nella faccia da terrone che avevamo tutti e due».

[…] Proverà a richiamarlo?
«No, ci ho rinunciato, avrebbe dovuto farsi vivo lui. Mi dispiace. Improvvisamente, dopo una vita, il silenzio».

L’ultimo incontro?
«Quattro anni fa, la tradizione del suo compleanno il giorno dell’Epifania era rimasta. Quella volta c’era anche Morandi. Poi ho telefonato 10mila volte, ma non mi ha mai risposto nessuno».

Claudia Mori fa da filtro?
«Lei fa tutto, è la padrona, quando decide una cosa deve essere così. Non è stata tanto leggera con gli amici di Adriano, anzi ha un po’ sconvolto tutto».

Anche voi due?
«Beh, nonostante l’arrivo di Claudia — che ha scombussolato gli equilibri — per anni ci trovavamo comunque a casa a suonare, a cantare, a raccontare storie…».

Teo Teocoli: “Celentano? Ci ho rinunciato'”

Qualcosa si è incrinato anche per colpa di «Adrian», quel programma fu un flop…
«Una trasmissione disgraziata».

Doveva esserci anche lei in «Adrian».
«Adriano mi telefonò e mi chiese di fare lui: nel senso che dovevo interpretarlo. Mi disse: non devi fare l’imitazione, devi essere proprio Celentano. Voleva che fossi lui che presentava il film. Mi pareva una mezza truffa spacciarmi per lui, ma non mi andava di dirgli di no e gli risposi che se fossimo riusciti a farlo sarebbe stato un miracolo. Non trattammo di soldi perché tanto sapevo che se ne occupava Claudia e lei rompe le scatole su quelli e quindi era meglio temporeggiare. Solo che nel frattempo se ne erano andati tutti: Manara, Michelle Hunziker, Ambra. Anche io mi fermai, non feci niente, perché non c’era niente da fare».

Oggi cosa le manca di più?
«L’amicizia. Non si può chiamare abitudine, ma eravamo abituati ad incontrarci. Certo nel tempo sempre meno, lui stava a Galbiate, non veniva spesso a Milano».

Prima diceva, ricordi lontani.
«Una volta lo faccio venire al Derby (il locale di cabaret, non la partita) e ci ferma la polizia. Quando il poliziotto scopre che in macchina c’è Adriano, inizia ad abbracciarlo, a baciarlo, a spettinarlo… Poi chiama l’altro poliziotto, quello lascia il mitra sulla macchina e viene di corsa. Adriano aveva una faccia…, voleva ammazzarmi».

[…] Lei è identico quando lo imita.
«Il cappellaccio come lo mette lui, gli stivaletti chiari a punta, i jeans larghi: appena la gente mi vede così ride senza che io dica niente».

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