Renato Zero: “Canzoni? L’unica pecca un mio brano che ha anticipato troppo i tempi. Mi infastidisce quando mi scattano le foto”. Renato Zero sulle canzoni e il suo brano che ha anticipato troppo i tempi, il cantautore romano, 74 anni, parla a tutto tondo in una intervista a ‘TV Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Renato, qual è il momento del suo concerto in cui lei si sente più sé stesso?
“Non c’è un Renato più ‘debole’ o un Renato più ‘convincente’. Prima di salire sul palcoscenico, in quella sorta di sagrestia che è il camerino, avviene la trasformazione: lì si accende in me la consapevolezza di avere una responsabilità, di dover mantenere le mie promesse. Quando entro in scena sono coinvolto e non posso non dare quel che devo dare, per esperienza e per amore del pubblico”.
A proposito di ‘responsabilità’, in questa tournée affida al coro un medley con alcuni dei suoi classici, come ‘Mi vendo’, ‘Triangolo’, ‘Baratto’. Perché cederli a loro?
“Se un ragazzo di 20 anni può ancora sfogare la sua felicità ascoltando quelle canzoni, vuol dire che sono rimaste intatte, e allora la scelta di far intervenire i ragazzi del coro mi pare doverosa: certe cose vanno consegnate ad altri, perché non nascono per essere ‘mie’, ma di tutto il pubblico”.
Ci sarà però una canzone di cui si è stancato…
“L’unica pecca di certi brani è che hanno anticipato troppo i tempi. Quando ho scritto ‘Qualcuno mi renda l’anima’ era il 1968; parlavo di pedofilia e la gente mi chiedeva perché cantavo di qualcosa che non esisteva”.
Renato Zero: “Canzoni? L’unica pecca un mio brano che ha anticipato troppo i tempi”
E invece sappiamo che questa ‘epidemia’ era già in atto. A certe sensazioni, intuizioni, non si comanda. In ‘Autoritratto’, l’album del 2023 che ha dato nome e idea alla tournée, c’è una canzone, ‘L’avventuriero’, in cui dice: ‘Ho sempre qualcosa da farmi perdonare’. Cosa, per esempio?
“Penso di aver scosso coscienze che forse non volevano essere scosse, o perlomeno non così presto. Devo dire, però, che i miei sostenitori migliori sono quelli che hanno creduto in me per ultimi, che hanno ragionato su di me, mi hanno analizzato… Devo essere scelto con consapevolezza. Non mi devi scegliere perché sono strano oppure ho dei costumi luccicanti. L’anima mia è nuda, ama essere agghindata e nemmeno meno deve essere libera”.
[…] Abbozziamo un suo autoritratto in poche domande. Qual è il tratto più simpatico di Renato Zero?
“Il non cercare di essere simpatico a tutti i costi”.
La cosa più deludente?
“Il fatto che non mi accetto a tutti i costi, che mi voglio sempre mettere in discussione. È deludente perché quando smonti un ‘modello’ spiazzi tutti. Io invece mi smonto tutte le mattine e poi mi rimonto”.
[…] Cosa la infastidisce?
“Quando mi scattano le foto. Non riconosco la foto come ingrediente utile alla vita, né confortante. Quando penso a mia madre, per esempio, la vedo a colori, sorridente… Poi vedo sul comodino la sua foto e capisco che non c’è più… Alla mia anima non serve una ‘documentazione’, so bene come conservare le emozioni e gli episodi belli e brutti”.
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