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Paola Minaccioni: “Mio padre? La sua vita è stata un romanzo. Volevo fare la miss, mi hanno detto ‘tu facce ride’”

Paola Minaccioni: “Mio padre? La sua vita è stata un romanzo. Volevo fare la miss, mi hanno detto ‘tu facce ride’”. Paola Minaccioni sul padre, primo massaggiatore della AS Roma, il concorso di miss che si è trasformato in performance comica, e non solo. L’attrice e comica romana, 53 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Cominciò negli anni del liceo. Ero complessatissima, iniziai a osservare gli altri perché volevo essere altro. Osservavo, imparavo. E poi facevo spettacolo. Imitavo la prof di matematica, di inglese, a volte anche davanti a loro o nelle riunioni di istituto, alle cene di classe… Io imitavo e tutti ridevano. Ho cominciato a sentirmi vista. Non era un progetto, lo facevo e basta. Quando sono salita su un palcoscenico la prima volta ero talmente un groviglio di complessi, domande, confusione mentale, che non potevo certo visualizzare il mio futuro».

E quand’è stata quella prima volta?
«Alla festa estiva di Ronciglione, vicino Viterbo, dove ho passato tutte le estati fino ai 18 anni. Ricordo che c’era in ballo l’elezione della miss; selezionarono le mie amiche, mia sorella Roberta, le mie cugine. Quando arrivò il mio turno mi scartarono: “No, tu facce ride”. Credo che qualcuno avesse detto in giro che facevo imitazioni».

L’occasione del palco è nata da un trauma.
«Esatto, ma io non mi sono scomposta. Ho risposto: va bene! Ho chiamato un amico mio che mi facesse un po’ da spalla e ho fatto quel che ricordavo a memoria dello spettacolo di Anna Marchesini con Solenghi e Lopez. Imitavo la Marchesini, capisce? Ci saranno state un migliaio di persone. E ridevano. Alla fine sono venuti a dirmi: sei brava, vuoi fare l’attice? E io: sì, certo. Come se avessi le idee chiare…»

[…] Suo padre è stato per 40 anni il primo massaggiatore della Roma. Per lei era un mito.
«Un uomo stupendo. La sua vita è stata un romanzo straordinario e io e mia sorella stiamo raccogliendo materiale per un documentario su di lui: Mani d’oro. Abbiamo presentato il progetto al produttore Federico Scardamaglia, vedremo».

Paola Minaccioni: “Mio padre? La sua vita è stata un romanzo'”

Dove comincia la sua storia?
«Da lui che nel 1928 rimane orfano di padre a nove anni e si mette a lavorare per aiutare la famiglia. Studia e impara a scrivere da solo. Lavora da garzone in un negozio di stoffe, poi in una macelleria, poi lavoretti vari. Dopodiché pensa bene di partire per la guerra con la Folgore… Lo fanno prigioniero e rimane ad El Alamein 5 anni. Ho ritrovato le lettere che spediva dal fronte. Era in guerra e scriveva ai fratelli: “Mangiate?” Non si è mai sentito sfortunato»

Com’è finito a far massaggi per la Roma?
«Quando tornò dalla guerra fece un corso da portantino, poi diventò infermiere e fece un corso da massaggiatore. Lo chiamarono una volta per sostituire un massaggiatore della Roma e lui diventò assistente del primo massaggiatore per 10 anni e poi primo massaggiatore della squadra. Ha girato il mondo, conosciuto e sposato una donna 22 anni più giovane di lui. Ha vissuto per la Roma ma non è mai stato un fanatico. Aveva mani d’oro, appunto. Era un fisioterapista pazzesco. Gentile, modesto, viveva tutto con leggerezza».

[…] Parliamo di grandi amori.
«Ho avuto due storie importanti. Narcisi. Il primo era un autore televisivo e capo progetto. Molto interessante, intellettuale. Finì che mi tradì e mi abbandonò per 7 mesi in un momento per me difficilissimo. Mise sottosopra la sua vita e poi tornò e mi chiese di sposarlo, ma si era aperta una crepa troppo grande. Non sono riuscita a perdonarlo. Gli dissi: quando ti sarai rimesso in sesto, con una casa bellissima e cento donne che ti piacciono, se ancora pensi a me… telefonami».

L’altra storia?
«Mi sono innamorata di un bellissimo ragazzo napoletano, ispettore di produzione di cinema. Lui è stato una sòla totale. Un mariuolo patologico, proprio. Non era solo tradimento, era far finta di essere un’altra persona. Uno a cui presti la macchina e ti dice: amore ho pagato la multa, sta’ tranquilla. E dopo tre anni mi arriva una cartella da 3.000 auro per multe non pagate… un mentitore seriale e anche un grande dispiacere. Ci siamo lasciati che avevamo appena preso casa: entrati a febbraio, a inizio aprile l’ho mandato via».

Paola Minaccioni: “Ho avuto due grandi amori. E adesso…'”

E adesso?
«Fra il mariuolo e oggi c’è stato un uomo che per due anni mi ha molto amata. Accudente, accogliente, gentile. Uno che fa tutto per te… Purtroppo non ho saputo accontentarmi di quel che provavo per lui. Ora ho una relazione che — ho quasi paura a dirlo — mi fa star bene quando c’è, e poi sono libera di fare quel che voglio. È tutto molto chiaro. Una sensazione magnifica».

Mai voluto figli?
«Ci ho pensato, sì. Ma non ho mai avuto la necessità di realizzarmi con un figlio».

[…] Perché la scelta di fare la comica?
«Non l’ho scelto, me lo facevano fare. Nel mio primo corso di recitazione con il maestro facevamo le scene — che so — di un drammaturgo americano? A me faceva fare la versione comica. E io: famme provà, ma niente… In realtà adoro il comico, sono felicissima di far ridere. Seguo l’idea che ogni superficie abbia una profondità».

Ha vissuto episodi sgradevoli sul set?
«Si parla sempre di registi che chiamano le attrici per provarci. Io certi provini non li ho fatti perché secondo il regista non ero “appetibile”, diciamo così. Il mio me too è: me not, why? Sul set, comunque, nessuno si è mai comportato male con me»

[…] Che cosa si può rivelare del film «Diamanti» di Özpetek che uscirà a dicembre?
«Non molto temo. Siamo 18 attrici tutte importanti, alcune dive, e andiamo tutte d’amore d’accordo. Sarà un racconto della realizzazione di sé attraverso il lavoro, negli anni Settanta».

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