Home » Brebemi e Pedemontana, i dati del fallimento delle autostrade lombardo-venete
Economia Politica

Brebemi e Pedemontana, i dati del fallimento delle autostrade lombardo-venete

Brebemi e Pedemontana, i dati del fallimento delle autostrade lombardo-venete. In una inchiesta pubblicata su ‘Il Corriere della Sera’, Milena Gabanelli analizza la disastrosa situazione economica in cui versano le infrastrutture lombardo-veneto. Secondo la giornalista lo spaventoso buco conta quasi un miliardo di euro di perdite, a cui si aggiungono 4,6 miliardi di debiti che potrebbero triplicare nei prossimi anni. Questi numeri rappresentano il fallimento, sia politico che contabile, del nuovo sistema viabilistico delle Regioni a guida leghists.

Dal punto di vista contabile, le infrastrutture coinvolte — l’autostrada Brescia-Bergamo-Milano, la Tangenziale Esterna Milanese e le due Pedemontane, quella lombarda e quella veneta — continuano a registrare pessimi risultati di bilancio a causa della combinazione di bassi incassi e alti costi gestionali.

Dal punto di vista politico, queste strade semideserte con pedaggi elevati sono il risultato di un disegno comune delle due giunte regionali, storicamente guidate dal centrodestra, basato sul «project financing», una soluzione adottata quando le risorse pubbliche sono scarse.

Il project financing legato alle infrastrutture in questione, è un sistema in cui il pubblico affida la costruzione e la gestione di un’opera a privati, che in cambio ottengono il diritto di sfruttarla attraverso i pedaggi. Tuttavia, quando i ricavi non coprono i costi, le risorse pubbliche vengono utilizzate per sostenere le aziende coinvolte.

Brebemi e Pedemontana, i dati del fallimento

L’esempio più significativo è la A35 Brebemi, un’autostrada di 62 km tra Brescia e Milano, inaugurata nel 2014 con un investimento iniziale di 1,7 miliardi di euro. Ebbene, nell’arco dei suoi primi 10 anni, ha subito perdite di 560 milioni di euro, accumulando un rosso di 2,2 miliardi di euro. Il motivo? La scarsa competitività rispetto alla più economica A4. Questa distesa di asfalto che perde soldi pubblici a cascate, dal 2016 ha ricevuto 360 milioni di euro in contributi pubblici. Nonostante il pedaggio elevato, i ricavi vanno a una società privata.

Malgrado il fallimento, il modello Brebemi viene riproposto anche nella genesi di Tangenziale Est esterna. Il risultato? Nel 2023 ha registrato una perdita di 4,2 milioni di euro su un fatturato di 85 milioni, portando il passivo totale a 170 milioni e l’indebitamento a oltre 1,1 miliardi di euro, scrive la Gabanelli . E per il futuro la società non punta tanto su un aumento del traffico, al quanto improbabile, ma a un incremento dei pedaggi: +4,34% nel 2023 e +2,3% nel 2024. Questa bretella, ricordiamo, è stata concepita dalla giunta Maroni per collegare la Brebemi alla A4 e alla A1 Milano-Napoli…

Ma veniamo alla A36, meglio nota come Pedemontana lombarda che, insieme alla Brebemi, è l’autostrada più costosa d’Italia. Quest’altra distesa di asfalto è infatti costata 3,5 miliardi di euro. Nel 2023 la Pedemontana lombarda ha registrato una perdita di 11,9 milioni, portando le perdite totali a oltre 106 milioni. La Regione Lombardia, socio di controllo, ha finanziato 900 milioni di euro, con ulteriori 1,7 miliardi da Bei e CdP e 606 milioni fino al 2031. L’obiettivo era quella migliorare i collegamenti nell’area nord di Milano, ma i lavori per il tratto verso la A4 non sono ancora iniziati. La Milano-Meda sarà trasformata in autostrada entro le Olimpiadi invernali del 2026. Ma anche in questo caso le previsioni per il futuro non sono affatto rosee, ma rosse…

L’autonomia differenziata a uso e consumo

Il molto in voga al Nord ‘project financing’ è stato applicato alla A36, la Pedemontana veneta creata per alleggerire il traffico sulla Serenissima. La società Sis, formata da Fininc e Sacyr Vallehermoso, ha iniziato i lavori nel 2012, completati nella primavera del 2023. Il costo finale è stimato a 12 miliardi di euro. La Regione Veneto ha proposto una soluzione inedita nel 2017, accollandosi il rischio d’impresa e impegnandosi a versare 300 milioni di euro all’anno ai privati per 39 anni, in cambio dei ricavi dei pedaggi. Tuttavia, per raggiungere il pareggio di bilancio è necessario un traffico elevato, che non c’è. E le previsioni per il 2025 stimano ricavi di soli 80 milioni di euro.

Lo spaventoso rosso in bilancio delle autostrade settentrionali, caratterizzate da debiti consistenti, tariffe insostenibili e scarso traffico, certificano non solo il totale fallimento della pianificazione. Le regioni Lombardia e Veneto, infatti, dopo i proclami sull’autonomia differenziata, si trovano ora costrette a bussare con il cappello in mano in cerca di aiuti di Stato. Zaia e Fontana hanno già fatto appello al ministro delle Infrastrutture nonché compagno di partito, Matteo Salvini, che è corso in aiuto proponendo una riforma per semplificare il sistema delle concessioni autostradali. Per farla breve, lo Stato prenderà in carico la gestione, quindi le spese, e anche i debiti. Alla fine saranno i cittadini di tutta Italia a coprire le perdite delle infrastrutture fallimentari leghiste.

Seguici anche su Facebook. Clicca qui

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com