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Elisabetta Franchi: “La mia infanzia un inferno, sono scappata. Non ho detto del tumore a mio marito, se ne è andato senza accorgersene”

Elisabetta Franchi: “La mia infanzia un inferno, sono scappata. Non ho detto del tumore a mio marito, se ne è andato senza accorgersene”. Elisabetta Franchi sull’infanzia, il tumore che si è portato via il primo marito, le polemiche, e non solo. La stilista bolognese, 56 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera m’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Elisabetta Franchi, bolognese, classe 1968, fondatrice del marchio omonimo, animalista, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ama ripetere: ho fatto tutto da sola.
«Sono nata in una famiglia di umilissime origini. Non avevamo la luce e il riscaldamento, con l’ufficiale giudiziario sempre alla porta: mia madre aveva costruito una stanza murata, nascondeva lì le nostre poche cose».

La sua famiglia.
«Non ho mai capito che lavoro facesse mia mamma, mio padre naturale si chiama Pasquali, io ho il cognome del primo marito di mia madre. Mi è andata di fortuna, Elisabetta Pasquali non suonava bene. Per il resto un disastro: era un contrabbandiere di sigarette. Ho imparato presto ad arrangiarmi, a 5 anni già cucinavo per tutti».

Un ricordo di quell’epoca.
«Vestivo i bastoni con le foglie o uno strofinaccio, sognando la bellezza. In casa entravano solo uomini sbagliati, l’ultimo era un alcolizzato. Durante le liti con nostra madre noi figli ci nascondevamo sotto il tavolo o scappavamo di notte nella campagna. Per questo lotto perché le donne si liberino dai rapporti tossici».

Come è uscita da questo inferno?
«A 17 anni ho incontrato un ragazzo perbene e sono fuggita con lui. Mi sono trovata a vivere a casa sua, con la famiglia di lui, genitori e nonni, un sogno. Lavoravo al mercato La Piazzola di Bologna, in una bancarella di intimo, dove ho cominciato a studiare le donne. Mandavo i soldi a casa, ma nessuno di loro mi cercava».

Elisabetta Franchi: “La mia infanzia un inferno, sono scappata a 17 anni”

L’incontro giusto.
«Ho lavorato in un bar, poi in una azienda di fast fashion, la Imperial, dove all’inizio scaricavo camion di merce. Avevo davanti venti persone geniali nel business, ma gli mancava la “scintilla”. È andata avanti così 4 anni, prima che trovassi il coraggio di alzare la mano».

Come si è fatta largo?
«Il giovedì arrivavano i fasonisti che chiedevano cosa voleva la gente. Un giorno mi sono alzata e ho detto: “Avrei qualcosa da suggerire”». C’è stato un momento di gelo: “Dobbiamo fare i leggings con la staffa e le canottiere in stile Madonna”. Mi hanno dato retta e da quel momento hanno cominciato ad assaltare i camion. Ho preso potere».

[…] Come è arrivata a Elisabetta Franchi?
«Volevo fare belle le donne. Mi sono innamorata dell’AD dell’azienda dove lavoravo, più grande di me di 20 anni: si chiamava Sabatino Cennamo, è diventato mio marito e abbiamo costruito la nostra società. Siamo stati insieme 17 anni, abbiamo avuto insieme Ginevra. Poi è morto in 4 mesi per un tumore al pancreas».

A quel punto?
«Mio marito se ne è andato senza accorgersene, gli ho nascosto le carte: volevo che fosse sereno. Non ho potuto piangerlo: appena è morto ho aperto con il fabbro della Guardia di Finanza la cassaforte, non avevo le chiavi, gestiva tutto lui. Ho preso in mano l’azienda: è passata da 37 a 170 milioni di euro».

[…] È stata attaccata per le sue frasi discriminatorie: «Assumo solo donne anta».
«Uno dei più grossi fraintendimenti della mia storia. Amo le donne, la mia azienda è fatta all’80 % di donne e moltissime sono manager e madri».

Elisabetta Franchi: “Polemiche? Ho venduto di più”

Come è andata davvero?
«Ho riferito il punto di vista di alcuni imprenditori, che precludono posizioni apicali alle donne perché è difficile sostituirle. Non puoi trovare un supplente di un CFO e ho spiegato che le donne sono svantaggiate perché hanno più rischi di assentarsi».

Contraccolpi?
«È incredibile, ma ho venduto di più. Ho avuto un picco del 40 per cento e la solidarietà di molti. La gente mi fermava per strada: “sto con lei, basta con le ipocrisie”. Alcuni imprenditori mi hanno scritto: “Se vuoi giocare in serie A devi cucirti la bocca…”. Non esiste più il pensiero libero».

Ha avuto contro anche la comunità Lgbt.
«Mi sono permessa di dire che, da mamma emiliana, la domenica sento il dovere di sedere a tavola con i miei figli, accendere il falò del camino. E mi hanno linciata: il camino lo può accendere anche un uomo…».

Sta attraversando un momento familiare complicato.
«Mi sono separata dal mio compagno Alan Scarpellini. Siamo stati insieme 16 anni, è il padre di mio figlio Leone. Poi ad un certo punto o sono cresciuta troppo io o è rimasto troppo indietro lui. Non avevamo più argomenti in comune, ho fatto il road show per quotarmi in Borsa e non riuscivo neppure a parlargli di ciò che stavo vivendo».

[…] È un’animalista convinta.
«In azienda ho aperto la dog hospitality dove i dipendenti possono lasciare gli animali mentre lavorano. Ho nove cani, l’ultima è una chihuahua portata via da un allevamento di Catania dove stava morendo. C’è Lalla da Roma, Betti da Palermo, tranciata da una macchina. Quando arrivano a casa mia sono impauriti, brutti, senza pelo. Dopo 6 mesi li vedo splendere e allora dico: “ce l’avete fatta, come me”» (foto Elisabetta Franchi Instagram).

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