Patti Smith: “Italia per me vuol dire due cose. Taylor Swift mi ha sorpresa. Rimpianti? Solo uno”. Patti Smith sull’Italia, la sorpresa avuta da Taylor Swift, quell’unico rimpianto, e non solo, la regina del rock, 77 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
«L’Italia per me vuol dire cultura e amore delle persone. Mi trattano meglio che in America».
È sempre stato così?
«Sì, i miei concerti del ’79 a Bologna e Firenze davanti a 80 mila giovani rimangono i più spettacolari della mia carriera. Niente può eclissarli».
[…] «Tu non sei Dylan Thomas, io non sono Patti Smith», canta la superstar Taylor Swift.
«Mi ha sorpresa, inviandomi un messaggio molto rispettoso. Disse che mi avrebbe messa in una sua canzone. È stata carina e affettuosa. Confessò che le piacevano Because the Night che composi con Springsteen e il mio libro Just Kids. Fu Robert Mapplethorpe a chiedermi di scriverlo prima di morire. E io volevo trasmettere emozioni positive, anche la tristezza».
Taylor Swift è il suo opposto.
«Siamo facce diverse della nostra cultura. Poco tempo fa sono stata in Europa a un festival con 30 mila spettatori, con la stessa attrezzatura che avrei usato negli anni 70. Oggi gli show sono giganteschi. Ma Taylor lavora sodo e dona molti soldi per buone cause».
[…] L’anno prossimo «Horses» compie cinquant’anni.
«Non fu un grande successo, non vinse nemmeno il disco d’oro in America. In realtà non ne ho mai vinto uno nel mio Paese. Il mio obiettivo era aprire la strada alle donne, ai giovani artisti, ai ragazzi di qualsiasi genere e orientamento sessuale. Far sentire che se avessero avuto una visione avrebbero potuto realizzarla, non importava quanto poveri o emarginati fossero».
Pensa di esserci riuscita?
«I miei album non hanno avuto un grande successo commerciale ma sono qualcosa di molto più prezioso. Preferisco fare un lavoro che abbia un’influenza positiva sugli altri piuttosto che guadagnare un sacco di soldi».
Patti Smith: “Italia per me vuol dire due cose”
Si sente un’icona?
«Mi sono sempre considerata una grande lavoratrice. Da giovane, in fabbrica e in libreria. Suonavo anche per strada».
Il mondo nel quale è nata artisticamente è quasi sparito.
«La maggior parte dei miei amici è morta. Ho molti ricordi. Mi mancano mio marito Fred (membro degli MC5 ndr), mio fratello, Sam Shepard, Mapplethorpe, ma so apprezzare il tempo che ho trascorso con loro».
Si sente sola?
«No, ho la fortuna di avere nuovi amici, buoni e leali, in tutto il mondo. Non mi annoio, cerco sempre di essere impegnata. Vivo da sola, i miei figli sono grandi. Mi considero una scrittrice: servono un quaderno, una penna, la tua immaginazione e la tua memoria. Ho una doppia natura: una è più introspettiva, mi piace la solitudine e non sono socievole; quando mi esibisco scarico tutta la mia energia sul palco, ancora oggi, a 77 anni».
Che cosa cambia con l’età?
«Non mi muovo più come prima, l’aspetto non è lo stesso ma sono sempre io. Nel mio tour ho cantato “Smells like Teen Spirit” per un omaggio a Kurt Cobain. So di cosa sta parlando ed eseguo quel brano emotivamente e fisicamente come se avessi 25 anni. Io e mio marito avremmo voluto incontrare Cobain, eravamo più adulti di lui e capivamo il suo dolore».
[…] Rimpianti?
«Possono essere una perdita di tempo, se ti penti di aver imparato qualcosa. I miei sono per lo più personali, avrei voluto essere più vicina a mia madre, capirla meglio. Ma sono orgogliosa del mio lavoro, di sapere che ha ispirato tante persone».
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