Scoperta la chiave per un vaccino contro il cancro: rileva il danno al DNA, lo blocca e fa scattare il processo di riparazione. Scoperta la chiave per un vaccino contro il cancro, si tratta di una proteina che rileva il danno al DNA, lo blocca e fa scattare il processo di riparazione. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricchiceratori della Western University, in Canada, secondo i quali questa proteina, presente nei batteri, potrebbe essere utilizzata come base per un potenziale vaccino contro il cancro.
La proteina C di risposta al danno del DNA (DdrC) è stata trovata nel Deinococcus radiodurans, un batterio molto resistente noto per sopravvivere in situazioni estreme che danneggiano il DNA, con dosi molto elevate di radiazioni. “Questa resistenza è il risultato di un robusto sistema antiossidante che protegge efficienti meccanismi di ripping del DNA che sono esclusivi della specie Deinococcus”, spiegano i ricercatori in un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Nucleic Acids Research, il 22 luglio.
Gli autori dello studio hanno notato che DdrC è abbastanza efficace nel rilevare il danno al DNA, fermarlo e quindi avvisare la cellula di iniziare il processo di riparazione. Poiché è una sostanza abbastanza autonoma, che può essere utilizzata per coltivare il terreno, senza la fonte di altre proteine. In pratica, la proteina “scansiona il DNA” per cercare danni in uno o entrambi i suoi filamenti. Quando trova una rottura del nastro, ne cerca un’altra dello stesso tipo per completare la connessione, come se stesse allacciando le scarpe.
Il “Santo Graal” della biotecnologia
Secondo gli scienziati della Western University, queste correzioni impediscono che il danno peggiori e segnalano le rotture ai meccanismi di riparazione del DNA della cellula di riparazione. Un punto importante è lo stato del gene DdrC in gran parte adattandosi ad altri organismi, migliorando il sistema di ripping del DNA. I test con E. coli batteri non hanno dimostrato di essere molto elevati, rendendolo più resistente alla proteina DdrC, che è 40 volte più resistente alle radiazioni ultraviolette (UV) . È noto che l’esposizione ai raggi UV danneggia il DNA delle cellule della pelle, aumentando il rischio di cancro alla pelle
Per il biochimico Robert Szabla, autore principale dello studio, la capacità di organizzare, modificare e manipolare il DNA in modi specifici è il “Santo Graal” della biotecnologia. “E se avessi un sistema di scansione come DdrC, ti accarezzasse il cellulare e lo neutralizzasse quando lo controllavo? Ciò potrebbe costituire la base per un potenziale vaccino contro il cancro”, ritiene Szabla.
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