Carolyn Carlson: “Europa fondamentale per me, c’è una differenza con gli Usa. Danza e Buddhismo hanno parecchio in comune”. Carolyn Carlson sull’Europa e la differenza con gli Usa, la danza, il Buddhismo, e non solo, la danzatrice e coreografa statunitense, 81 anni, si racconta in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Quanto ritiene importante la trasmissione?
“La trasmissione è tutto! Non puoi scrivere un libro sulla danza: il maestro deve condividere con il discepolo, l’Ego scompare. A volte mi chiedono: come sei riuscita a realizzare tanto? Sono un semplice messaggero! Ballo da 60 anni (ride) e ancora non so che succederà a lezione. Sono gli studenti a “comunicarmi” di cosa hanno bisogno, io sono un “canale”. Oggi la mia missione è più importante che mai”.
Da quale punto di vista?
“I governi stanno andando ovunque a destra, i ministeri tagliano i budget alla cultura, gli impresari si preoccupano solo del business, proprio mentre il mondo va a pezzi. Abbiamo bisogno di bellezza e amore. Di luce”.
Carolyn Carlson: “Europa fondamentale per me, c’è una differenza con gli Usa”
A proposito… La primissima scintilla per la coreutica?
“Sono nata in California, ma i miei genitori erano finlandesi e hanno continuato a celebrare la Ukon juhla, la festa di mezza estate. Mio padre metteva la musica di Jean Sibelius o i tanghi finnici e chiedeva sempre, visto che già ballavo: “Improvvisi?”. Quindi sono abituata a improvvisare da quando avevo cinque anni!”.
Non a caso il classico le andava stretto e ha lasciato la San Francisco School of Ballet per entrare nella compagnia di Alwin Nikolais, a New York.
“Faccio parte della generazione hippie, dei figli dei fiori: eravamo liberi, la sperimentazione era incoraggiata, non c’erano critiche. “Nik” aveva un approccio filosofico, mi ha introdotto ai concetti di tempo, spazio, forma, movimento. E mi ha convinto dell’importanza del sorriso”.
È stato allora che si è avvicinata al Buddhismo.
“Danza e Buddhismo hanno parecchio in comune: entrambi invitano a vivere ogni momento con presenza consapevole, abbandonandosi al flusso. Ed entrambi parlano dell’impermanenza, una parola che amo! Ci aggrappiamo alle cose, ma tutto è effimero, tutto scomparirà. Anne Béranger (nella cui compagnia è entrata nel 1971, ndr) sottolineava che quando nasci le tue mani sono così (fa il gesto delle mani chiuse quasi a pugno), quando te ne vai sono aperte. Sono vuote”.
Carolyn Carlson: “Danza e Buddhismo hanno parecchio in comune”
Nel 1974 ulteriore pietra miliare, a Parigi: l’invito a collaborare con la tradizionalissima Opéra, la direzione del “Gruppo delle Ricerche Teatrali”.
“Il trasferimento in Europa è stato fondamentale: avete una profondità che gli Stati Uniti non hanno, avete la Storia. La Francia è più intellettuale, “cartesiana”, però l’Italia, con quella sua certa assurdità… Oh, è unica. I miei migliori amici sono italiani”.
Nel 1980, chiamata dal Teatro La Fenice, ha fondato a Venezia l’Accademia Isola Danza, la prima scuola di contemporaneo del nostro Paese.
“L’improvvisazione era sconosciuta (tranne forse per Anna Sanga, a Torino). Come, del resto, nessuno aveva improvvisato all’Opéra de Paris. Ma lo scambio è stato reciproco: la vostra influenza, il calore hanno avuto un impatto incredibile su di me. Non dimenticherò l’accoglienza di Raffaella Giordano (una delle allieve, in seguito anima della compagnia Sosta Palmizi, ndr): dopo una settimana conoscevo ogni membro della sua famiglia! Mi faceva notare: “Non lavori con l’emozione”. In effetti, lavoravo con i principi. Era divertente, avevamo grandi discussioni. E poi mi ha influenzato l’acqua. Peraltro, sono del segno dei Pesci, ascendente Cancro”.
[…] È stata la prima donna a dirigere la Biennale, la prima a vincere un Leone d’oro (“Per la passione, la generosità, la visione della danza come energia positiva e generatrice di talenti giovani”).
“Non mi pongo mai in termini “femministi”. Ho un uomo dentro di me, e ho una donna. Chiunque è fatto di yin e yang, maschile e femminile. Anima e Animus, per citare Carl Jung”.
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