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Fenomeno retrogaming: i videogame del passato tornano di moda

Fenomeno retrogaming: i videogame del passato tornano di moda

La passione di un numero sempre maggiore di utenti verso i videogiochi è ormai sotto gli occhi di tutto. Rispetto al passato, la differenza innegabile è che non si tratta più di un aspetto marginale della vita ma si è ritagliato uno spazio importante in molti settori, con i dati economici che lo dimostrano. A livello globale il fatturato annuo supera i 200 miliardi di dollari: solo il mondo dei videogame supera il mondo della musica, del cinema e dello streaming. È presto spiegato, perciò, come vi sia grande attenzione a questa sempre più ampia fetta di mercato, con grande puntualità anche nel saper andare ad intercettare i trend del mercato e, all’occorrenza, cavalcarli nel migliore dei modi. Tra questi ultimi, rientra senza dubbio il fenomeno del retrogaming, vale a dire quello per cui a tornare di moda sono i videogiochi considerati datati e retrò, distanti anni luce dalle potenzialità che possono essere toccate dall’alta definizione e dall’Intelligenza Artificiale. È un fenomeno che riguarda senza dubbio i videogiochi più iconici su console, ma non solo. Anche il panorama delle slot è toccato da questa moda e lo dimostra il design chiaramente ispirato agli anni ’80 e ’90, con una grafica sempre più minimal.

Le ragioni per questo ritorno al passato sono tante e alcune di queste meritano di essere nominate. Prima tra tutte va menzionata la nostalgia da parte degli utenti, desiderosi di rivivere le emozioni provate giocando per la prima volta a quei titoli. Una motivazione ulteriore è data dai costi tutto sommato bassi rispetto a quelli delle ultime piattaforme. Questo avviene perché è ben noto il mercato della seconda mano e perché, in molti casi, si tratta di giochi conservati nelle cantine, in scatoloni impolverati. Inoltre, meritano di essere menzionati gli emulatori. Si tratta di piattaforme online che permettono di giocare in modo totalmente gratuito a giochi che non sono più disponibili sul mercato perché troppo vecchi. A questa onda retrò si stanno adeguando anche colossi come Xbox e PlayStation, le quali offrono all’interno dei loro abbonamenti anche la possibilità di giocare a titoli molto vecchi ma ormai considerati cult da più generazioni ad un costo pressoché nullo per queste aziende.

Un altro aspetto importante è dato dal bisogno di un ritorno alla semplicità, espresso sia nel design del videogioco quanto nel gameplay. Nessuna trama troppo articolata o mondi aperti in cui è possibile compiere qualunque tipo di azione: si ritorna volentieri ad un gioco con un chiaro obiettivo ed una ripetitività quasi maniacale.

L’ultimo punto che si sceglie di analizzare riguarda il fascino che questi giochi riscuotono ancora oggi, nonostante i decenni trascorsi. È lo stesso fenomeno che si nota per alcune pellicole cinematografiche che non ci si stanca mai di riassaporare nonostante una qualità video tutt’altro che ottima. Facendo però alcuni esempi concreti di titoli che rientrano nel fenomeno retrogaming, il focus va dalla metà degli anni ’80 alla metà dei ’90. Si parla di titoli come Ghosts ‘n Goblins, uscito nel 1985 e considerato tra i più difficili di sempre. L’elenco però può continuare con Street Fighter II del 1991, ma non manca il celebre Craxy Taxi del 1999, oltre che vere e proprie colonne del mondo dei videogiochi come Pac-Man (1980), Mario Bros (1983) e Tetris (1984).

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