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Salute

Farmaco che blocca l’Alzheimer è efficace, l’annuncio della FDA: benefici maggiori di qualsiasi rischio associato

Farmaco che blocca l’Alzheimer è efficace, l’annuncio della FDA: benefici maggiori di qualsiasi rischio associato. Il farmaco che blocca l’Alzheimer è efficace. Ad annunciarlo è la Food and Drug Administration (FDA) che ha riconosciuto ieri lunedì 10 giugno, all’unanimità l’efficacia del farmaco donanemab contro l’Alzheimer.

Il gruppo di consulenti ha parlato con il comitato dell’agenzia e ha approvato il rapporto che indica che il farmaco ha rallentato la progressione dell’Alzheimer nel 60% dei pazienti che erano nelle fasi iniziali della malattia. Resta inteso che i benefici per i pazienti che utilizzano il farmaco sono maggiori di qualsiasi rischio associato. Non è stata ancora presa una decisione definitiva sul farmaco.

Tuttavia, la decisione degli esperti del comitato favorisce la sua approvazione da parte delle autorità sanitarie statunitensi. La decisione era prevista per l’inizio dell’anno, ma è stata rinviata. I dati presentati alla FDA provengono da uno studio clinico condotto su 1.736 pazienti con Alzheimer lieve, di età compresa tra 60 e 85 anni. La progressione della malattia è stata attenuata nel 60% dei casi.

Tra i risultati positivi, la metà dei pazienti ha potuto interrompere il trattamento dopo un anno di assunzione del farmaco. Il motivo è che i depositi cerebrali di proteine ​​dannose per l’organismo, che sono all’origine dell’Alzheimer, si sono ridotti. I risultati più significativi sono stati ottenuti nei pazienti più giovani con uno stadio meno avanzato della malattia. Nonostante i benefici, sono stati segnalati effetti collaterali quali gonfiore cerebrale (dal 24% al 40% dei pazienti) ed emorragia cerebrale (31%).

L’Alzheimer

La malattia di Alzheimer è un disturbo neurodegenerativo che si sviluppa lentamente e inesorabilmente. Rappresenta la principale causa di demenza negli anziani nei paesi industrializzati, con una prevalenza che tocca il 5% nelle persone oltre i 65 anni e il 20% in quelle oltre gli 85 anni. Nonostante ciò, può manifestarsi anche prima, intorno ai 50 anni.

Il nome della malattia deriva dal neurologo tedesco Alois Alzheimer, che agli albori del XX secolo ne identificò per la prima volta i sintomi. La patologia è segnata da un declino progressivo delle cellule cerebrali, portando a un decadimento irreparabile delle capacità cognitive, quali memoria, pensiero critico e linguaggio. Questo deterioramento incide profondamente sulla vita quotidiana, limitando l’indipendenza e la capacità di svolgere le comuni attività giornaliere.

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