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Salute

Cancro all’intestino, nuovo farmaco triplica i tassi di sopravvivenza nei malati gravi: “scioglie” i tumori

Cancro all’intestino, nuovo farmaco triplica i tassi di sopravvivenza nei malati gravi: “scioglie” i tumori. Per i pazienti affetti da cancro all’intestino c’è un nuovo farmaco capace di triplicare i tassi di sopravvivenza. Si tratta del pembrolizumab, venduto con il marchio Keytruda. Secondo i ricercatori “scioglie” i tumori, risparmiando potenzialmente ai pazienti la necessità di interventi chirurgici e chemioterapia.

A riportare la notizia è il Daily Mail, secondo cui il farmaco è così efficace che dai test è emerso che il 60% dri pazienti non aveva più traccia della malattia mesi dopo. I medici affermano che il farmaco – già utilizzato per trattare diversi tumori – potrebbe rappresentare un “punto di svolta” per i pazienti affetti da questo tipo di cancro intestinale.

I ricercatori dell’University College di Londra hanno reclutato 32 pazienti provenienti da cinque ospedali del sistema sanitario britannico. I pazienti erano affetti da tumore allo stadio due o tre con sottotipo genetico di cancro intestinale, con un elevato numero di mutazioni. Nei pazienti allo stadio 3, c’era la minaccia di diffusione al di fuori dell’intestino, che attualmente uccide uno su tre entro cinque anni.

Sono state somministrate tre dosi di pembrolizumab nell’arco di nove settimane prima dell’intervento. Il farmaco viene somministrato tramite un’iniezione di 30 minuti nel dorso della mano e stimola il sistema immunitario del corpo a combattere le cellule tumorali. Dopo aver terminato il farmaco immunoterapico, i pazienti sono stati sottoposti a un intervento chirurgico per rimuovere l’area dell’intestino in cui si trovavano i tumori.

I dati

I risultati hanno mostrato che il 59% dei pazienti non aveva alcuna traccia di cancro al momento del test, in genere tra i cinque e i 19 mesi dopo, suggerendo che non avessero nemmeno bisogno di un intervento chirurgico. Al restante 41% è stato possibile rimuovere il tumore e ora sono tutti liberi dalla malattia. I medici hanno affermato che si tratta di un notevole miglioramento rispetto all’attuale trattamento standard, che prevede un intervento chirurgico per rimuovere il tumore seguito da tre-sei mesi di chemioterapia.

I risultati, presentati nel corso della conferenza dell’American Society of Clinical Oncology a Chicago, mostrano che i pazienti saranno monitorati nei prossimi anni per valutare la sopravvivenza globale e i tassi di recidiva. Ne ha parlato il professor Mark Saunders, un oncologo clinico consulente presso The Christie, che ha preso parte allo studio, secondo cui si è “nuovo trattamento molto entusiasmante” per questi pazienti.

“L’immunoterapia prima dell’intervento chirurgico potrebbe diventare un ‘punto di svolta’ per questi pazienti affetti da questo tipo di cancro. Non solo il risultato è migliore, ma evita ai pazienti di sottoporsi a chemioterapia più convenzionale, che spesso ha più effetti collaterali. In futuro, l’immunoterapia potrebbe addirittura sostituire la necessità di un intervento chirurgico”, ha detto Saunders.

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