Mostra su Ferdinando I di Borbone Parma alla Reggia di Colorno (dal 18 maggio al 25 luglio): le info
Proseguendo il filone di studio sulle collezioni ducali disperse dopo l’Unità d’Italia, si è andati ad approfondire la conoscenza di un personaggio fondamentale per le arti e la devozione nel territorio parmense: Ferdinando I di Borbone Parma (1751-1802). La mostra, a cura di Giovanni Godi e di Antonella Balestrazzi, attraverso una ricca documentazione iconografica, storica e religiosa, vuole restituire un’immagine nuova e diversa di Don Ferdinando, liberata dai pregiudizi sulla sua eccessiva devozione religiosa e più incentrata sulla sua “curiositas” d’intellettuale, collezionista, poliedrico protettore delle arti e degli artisti.
Una sezione è dedicata all’iconografia di Don Ferdinando e dei suoi famigliari, con numerosi ritratti e incisioni. Spiccano in particolare due ritratti di anonimo raffiguranti uno Ferdinando giovane a cavallo e l’altro la consorte Maria Amalia, quindi un inedito ritratto della figlia Carlotta di Borbone, proveniente dal monastero di S. Giuseppe a Cremona. Legate alla pratica devozionale del duca sono invece opere come l’inedito bozzetto acquerellato “La Beata Orsolina De Veneri rimprovera il Papa” di Benigno Bossi, la “Madonna con Bambino e Santi Stefano e Lorenzo” di Domenico Muzzi proveniente dalla Parrocchiale di Sala Baganza e affiancato da disegno preparatorio inedito, “Sant’Anna insegna a leggere a Maria Vergine” di Pietro Melchiorre Ferrari e sempre di sua mano “S. Luigi IX dii Francia e S. Ferdinando di Castiglia incoronati dalla Fede” dall’Oratorio della Beata Vergine del Buon Cuore di Copermio.
La sezione monumentale
La sezione monumentale propone i progetti per la Chiesa di San Liborio di Turbini, Cossetti e Petitot, quindi numerosi disegni preparatori per dipinti per lo più di tema religioso e allegorico. Il celebre architetto neoclassico è molto presente nell’esposizione, nonostante Ferdinando avesse di fatto utilizzato e preferito i suoi allievi anche nella progettazione della cappella palatina di San Liborio (seconda in Europa solo a quella dell’Escorial),forse perché più disponibili ad assecondare le sue richieste e ad interpretare la sua volontà nella creazione di luoghi di culto dove l’arte e la devozione dovevano reciprocamente esaltarsi.
Molto estesa è anche la sezione relativa ai documenti e ai libri pubblicati durante il suo governo (Diari, Raccolte di rime, Preghiere, Calendari, Vite di Santi). Infine, ci sono numerosi apparati celebrativi e oggetti per le funzioni religiose, tra cui i preziosi reliquari che Ferdinando cercò e portò lui stesso a Colorno, appagando una sorta di collezionismo devoto attorno al quale gli edifici diventavano preziose urne di arte e di preghiera. Particolarmente interessanti sono a questo proposito un espositore devozionale a teatrino e un singolare reliquiario raffigurante un interno di chiesa realizzato in pietre preziose e filigrana d’oro. Esempio pregiato invece della raccolta di tavole a fondo oro che Ferdinando acquistò dal Marchese Alfonso Taccoli, è quella attribuita a Giovanni Benedetto Cianfanini (XV-XVI sec.).
La fede come ulteriore stimolo
Quello che preme rimarcare da parte dei curatori, è come in Ferdinando la fede sia stata un ulteriore stimolo alla ricerca, all’arricchimento culturale e artistico proprio come fece due secoli prima Filippo II d’Asburgo all’Escorial, anche se in più vaste dimensioni. Va poi sottolineato anche il contesto culturale e politico decisamente sfavorevole alla spiccata religiosità del duca. La sua parabola esistenziale fu infatti contemporanea all’epoca dei Lumi, alla Rivoluzione francese e a Napoleone che invece si distinse per l’avversione nei confronti della Chiesa e per la soppressione di Ordini religiosi e conventi. Da parte sua, Ferdinando fu coraggiosamente contro corrente e moderno, perché risoluto sostenitore di una cultura capace di conciliare arte, religione e scienza, di unire morale ed estetica. In questo fu illuminato senza essere illuminista e religioso senza essere bigotto, come forse ingiustamente e riduttivamente lo si è in altre occasioni definito. Con questa mostra i suoi curatori hanno voluto dare un nuovo spessore e mettere sotto una luce diversa e più accattivante Ferdinando di Borbone Parma.
Info
Ferdinando I di Borbone-Parma Tra arte e devozione, Reggia di Colorno (Parma) 18 maggio – 28 luglio 2024
Orari:
Maggio: da lunedì a domenica, 10-13 / 15-18
Giugno/luglio: da martedì a domenica 10-13 / 15-18
Biglietti:
BIGLIETTO INTERO con visita guidata € 12,00
INTERO con audioguida € 10,00
BIGLIETTO RIDOTTO con visita guidata € 11,00
RIDOTTO con audioguida € 9,00
Ragazzi da 7 a 18 anni, studenti universitari muniti di tesserino, adulti oltre i 65 anni, soci FAI, soci Touring Club e 1 accompagnatore, possessori passaporto dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli, soci ICOM e ICOMOS
BIGLIETTO RIDOTTO GRUPPI € 8,00
Gruppi composti da almeno 15 persone con prenotazione, scolaresche in visita d’istruzione
BIGLIETTO OMAGGIO
Bambini fino a 6 anni, portatore di handicap con accompagnatore, 1 accompagnatore per ogni gruppo organizzato, 1 insegnante ogni 15 alunni in visita d’istruzione, giornalisti muniti di tesserino in corso di validità
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