Turisti uccisi in Messico, il cartello di El Chapo consegna gli assassini alla polizia. Il cartello di Sinaloa, fondato da Joaquín Guzmán, meglio conosciuto come El Chapo, avrebbe ‘risolto’ il caso relativo ai turisti uccisi in Messico, un americano e due fratelli australiani, uccisi nella Baja California (Messico). Si tratta del territorio che i Chapitos si contendono con un altro cartello. Un rappresentante del gruppo criminale ha dichiarato di aver condotto un’operazione per catturare e consegnare alle autorità le persone sospettate dell’omicidio dei turisti stranieri.
Un membro del Cartello di Sinaloa, intervistato dal “Daily Beast” in condizioni di anonimato, ha rivelato il coinvolgimento della fazione che controlla la città di Ensenada, dove i surfisti si erano accampati, nella cattura del sospetto. “Erano ladri di basso livello che agivano autonomamente. Tuttavia, li abbiamo consegnati. Sapevamo che la polizia stava cercando gli stranieri e ha iniziato a indagare anche sui responsabili. Abbiamo contattato le autorità per indicare dove trovarli”, ha affermato la fonte del cartello.
I corpi di Callum e Jake Robinson e del loro amico americano, Jack Carter Rhoad, sono stati ritrovati la settimana scorsa in un pozzo in una zona desertica, vicino alla città di Santo Tomás, a circa 45 chilometri da Ensenada. Il trio stava facendo surf sulla costa messicana del Pacifico quando, improvvisamente, il 20 aprile, hanno smesso di documentare il loro viaggio sui social media.
Il brutale assassinio
Si presume che i tre siano stati assassinati in seguito alla loro reazione durante un tentativo di furto del loro pick-up, ha dichiarato il procuratore capo María Elena Andrade. Il veicolo, che era stato incendiato, è stato ritrovato vicino ai corpi, recuperati da un pozzo in “stato avanzato di decomposizione”. I malviventi intendevano rubare i pneumatici, ha aggiunto il procuratore.
I crimini come quello subito dai surfisti, vengono generalmente puniti dai cartelli, poiché possono danneggiare le loro operazioni aumentando la presenza delle forze dell’ordine sul territoriospinta dalle pressioni internazionali. Mentre la notizia della morte dei surfisti si diffondeva in tutto il mondo, il Cartello di Sinaloa ha deciso di agire rapidamente e di “collaborare” con le autorità locali.
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