Il matrimonio segreto, in scena ad Avellino l’opera lirica di Domenico Cimarosa. È andata in scena lunedì 29 aprile al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino l’opera lirica Il Matrimonio Segreto. Su libretto di Giovanni Bertati, il dramma giocoso di Domenico Cimarosa viene riproposto dall’omonimo Conservatorio di Avellino diretto dal maestro Maria Gabriella della Sala.
L’opera lirica, in debutto del 1792 a Vienna, riscosse immediatamente un clamoroso successo.
La storia ruota intorno ai personaggi di Carolina e Paolino che, innamorati, si sposano segretamente. Le scene si arricchiscono di personaggi tipici della comicità settecentesca: il ricco e avaro padre di Carolina, la dispettosa sorella Elisetta, la zia vedova Fidalma e il ricco conte Robinson pretendente inglese. La fuga non riuscirà, ma il lieto fine è la giusta conclusione di un’opera musicalmente viva, carica della tipica freschezza delle opere buffe dell’epoca.
L’orchestra del Conservatorio non è nuova a rappresentazioni impegnative ed è stata egregiamente diretta da Giacomo Sagripanti, direttore musicale dell’opera di Tiblisi. La regia del maestro Giuseppe Sollazzo, docente di arte scenica presso lo stesso conservatorio, come sempre lascia stupiti. Il maestro, aiuto regista del compositore e musicologo napoletano Roberto de Simone per diciotto anni, è oggi critico teatrale, oltre ad essere autore di opere di teatro di prosa tra cui ricordiamo La Molière rappresentata a Napoli Teatro Festival Italia.
La magia delle scenografie
La scenografia è stata affidata a Gennaro Vallifuoco, il cui talento artistico lo ha reso una delle figure di riferimento del panorama culturale contemporaneo. Le sue scenografie minimaliste suggeriscono solo un ambiente settecentesco ma lasciano la scena integralmente ai personaggi, trasportando lo spettatore in un mondo magico quasi fatato.
Il soprano Paola Pelella con la sua morbida voce ha dato vita al personaggio di Carolina, mentre il tenore Andrea Calce si è esibito nel ruolo di Paolino. Il basso Mattia Angelo Ribba ha interpretato Geronimo, il soprano Maria Alvino Elisetta e il basso Andrea Ariano il conte Robinson. Il mezzosoprano Flavia Fioretti ha interpretato la zia Fidalma.
L’opera, in due atti, è un fulgido esempio della scuola settecentesca napoletana di cui Domenico Cimarosa è uno dei principali esponenti, insieme a Paisiello e Piccinini. Il dramma giocoso non spesso viene rappresentato nei teatri italiani, ma decretò il successo del compositore a Vienna nel 1972 garantendogli un posto privilegiato nel panorama dei compositori del diciottesimo secolo. Il capolavoro di Cimarosa rappresenta uno squarcio della vita del settecento e l’equilibrio musicale tra sei personaggi equamente distribuiti in voci femminili e maschili, rende l’opera immortale.
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