Carlo Conti: “Mio figlio arrivato per miracolo. Non mi arrabbio mai tranne che per una cosa. E su mia moglie…”. Carlo Conti sul figlio, la moglie, il padre morto quando aveva solo 18 mesi, la carriera e non solo. Il conduttore toscano, 63 anni, si racconta a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Ha già portato suo figlio Matteo allo stadio?
«Di più! Ho trasferito la famiglia a Firenze quando, uscendo dall’asilo, mi chiese se poteva tifare un po’ anche la Roma».
[…] Suo padre
«È morto per un tumore ai polmoni quando avevo 18 mesi. Di lui ho solo una foto, del primo compleanno: mi tiene in braccio e sorride. Me lo raccontano come un signore altissimo, elegantissimo, divertentissimo, fiorentinissimo».
[…] E se le dico Lolette?
«L’immagine della forza, Ercole fatta donna. Determinatissima, severa, è riuscita a crescermi facendo da padre e da madre senza avere nemmeno gli occhi per piangere. Ora che sono genitore apprezzo ancora di più i suoi sforzi».
Il primo regalo importante che le ha fatto?
«La casa. Prima stavamo in un bilocale in affitto in via Vittorio, un posto del cuore».
L’ultimo ceffone?
«Per lei valeva il detto: come ti ho fatto ti disfo! È mancata ad agosto del 2002 e fino alla fine è stata capace di rimproverarmi energicamente se magari le dicevo che la chiamavo e poi non lo facevo».
Carlo Conti: “Non mi arrabbio mai tranne che per una cosa. E su mia moglie…”
Ha visto programmi di successo, da «In bocca al lupo!» a «Domenica in», ma ne ha persi altri. Di quale le spiace?
«E chi lo dice che li ha persi? L’unico rammarico è per lo spettacolo più bello: Matteo».
Francesca?
«Mia moglie, un cuore rosso gigante. Fa la stilista. Non litighiamo mai».
Ma non è possibile! Neanche sul lavoro si arrabbia?
«Sul lavoro è impossibile! Non viene un ospite? Pazienza. Sono abituato a fare la frittata con le uova che ho».
Niente la spazientisce?
«La maleducazione. Se uno passa sul pavimento bagnato dove la signora ha appena passato lo straccio…».
Vabbe’… Avreste voluto una sorellina per Matteo?
«Sì, ma non è arrivata. Già lui è stato un miracolo. Il nome significa dono di Dio».
[…] Il 3 maggio presenterà di nuovo la serata dei David di Donatello, accanto ad Alessia Marcuzzi. È stato lei a non volere Geppi Cucciari?
«Ma perché mi mettete in mezzo? In questo periodo c’è un clima da caccia alle streghe. Oggi si strumentalizza tutto, con la complicità dei social. Vedi il caso Scurati».
Beh, lì c’era poco da strumentalizzare. Era una censura bella e buona.
«Un autogol pazzesco. In quanti lo avrebbero visto, se fosse andato in onda? Ma c’è chi è più realista del re».
Carlo Conti: “Mio figlio arrivato per miracolo”
Chiederà l’aumento, dopo la dipartita di Amadeus?
«Non funziona così. Ma sono contento. Nel 2025 compio 40 anni in Rai. Per me a ogni rinnovo è importante che oltre al pilota ci sia la macchina. Finora hanno creduto in me. Poi, mai dire mai: di doman non c’è certezza».
Ha condotto Sanremo 2015-16-17. Non sarebbe bello un altro triplete: 2025-26-27?
«Non so se ho ancora l’orecchio musicale giusto».
Non è che la spaventa quel 74,1 per cento di share monstre raggiunto da Amadeus?
«Ma io non potrei mai replicarlo, non arriverei alle 2 di notte (ride, ndr)! Amadeus ha fatto un grande lavoro, ma non si può ragionare sui precedenti, altrimenti dopo Baudo non lo avrebbe dovuto fare più nessuno».
[…] Miss Italia?
«Il concorso è stato demonizzato per niente, c’è in tutto il mondo: è una gara di bellezza che ha dimostrato come le concorrenti avessero molti altri talenti. Ma non potrei più condurlo: largo ai giovani».
Si emoziona al lavoro?
«Sempre. Penso a quando ho ospitato Gloria Gaynor, che poi mi ha taggato su Instagram. Lei a me! Oppure alla reunion degli Spandau Ballet al mio Festival: da giovane dj andai a Sanremo con la mia 127 arancione, sperando in qualche battuta per la radio».
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