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Roby Facchinetti: “Marijuana? Con Dodi sul palco a New York eravamo fattissimi. Il segreto del successo dei Pooh è stato soprattutto uno”

Roby Facchinetti: “Marijuana? Con Dodi sul palco a New York eravamo fattissimi. Il segreto del successo dei Pooh è stato soprattutto uno”. Roby Facchinetti sulla marijuana a New York, il segreto del successo dei Pooh, e non solo, il cantautore bergamasco, 80 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Ottant’anni ma lei è in piena attività. Concerti con i Pooh «ritrovati», serate, libri.
«Se un giorno mi sveglio senza niente da fare mi viene l’ansia, che ci posso fare?».

È sempre stato così?
«Io me li ricordo gli inizi, difficilissimi. Eravamo nella seconda metà degli Anni 60, le band musicali avevano tante spese, per esempio l’acquisto degli strumenti, la manutenzione. Io e Riccardo (Fogli, ndr) tante volte ci siamo divisi un panino. Io e lui, poi, non eravamo di Bologna come gli altri, vuoi mettere anche le trasferte?».

I Pooh sono stati la sua vera famiglia?
«No, certo, però posso dire di aver trascorso più tempo con loro che con le mie mogli e con i miei figli».

Oggi, a distanza di quasi sessant’anni dagli esordi, qual è secondo lei il grande merito musicale dei Pooh?
«Abbiamo imposto un canone, abbiamo inventato un nuovo modo di fare musica».

Roby Facchinetti: “Marijuana? Con Dodi sul palco a New York eravamo fattissimi”

[…] la leggenda narra che quando lei (Patty Pravo ndr) vi «portò via» Riccardo Fogli…
«Sia messo agli atti: io penso che Patty Pravo sia stata una delle pochissime italiane davvero “dive”. Mi ricordo bene quando lei stava con Riccardo e capitava di incrociarla in qualche città: pellicce, Rolls con vetri oscurati, camere d’albergo blindate. Una volta sotto al nostro hotel vedemmo una folla di trecento persone ed erano tutte lì per lei».

[…] Le sane radici bergamasche l’hanno protetta abbastanza dagli «eccessi» di una vita da star?
«Molto, pensi che io non fumo nemmeno le sigarette. Una volta però a New York ci regalarono un pacchetto di sigarette alla marijuana. Io e Dodi decidemmo di provare, sicuri che ci avrebbe fatto suonare da dio. Poi però salimmo sul palco e mentre gli altri intonavano il primo brano, io e Battaglia passammo subito al finale. Eravamo fattissimi! Inutile dire che quella per me fu la prima e ultima volta».

Niente alcol?
«Una volta eravamo a Maui, alle Hawaii e io avevo passato una notte insonne per comporre “La mia donna”. Ero così euforico che la sera dopo, al ristorante, mi feci tre cocktail Mai Tai a stomaco vuoto. Tutto cominciò ad apparirmi doppio, vedevo due Canzian, pensi lei. Anche qui, prima e ultima sbornia della mia vita, oggi colleziono vini pregiati e ho una cantina con 2.500 bottiglie, soprattutto rossi».

Roby Facchinetti: “Il segreto del successo dei Pooh è stato soprattutto uno”

[…] Il suo vero nome è Camillo, perché ha scelto Roby?
«Perché all’epoca andava il diminutivo anglofono, tipo Tony o Ricky, ma in principio avrei dovuto chiamarmi Ferdinando. Poi, qualche giorno prima di partorire, un dubbio atroce assalì mia madre: e se mi avessero chiamato “Ferdinando faccia de bambo”?».

Roby, nel 1976 lei compose una canzone, «Pierre», che affrontava un tema ancora tabù per l’epoca, l’omosessualità. Come nacque?
«Dalla sensibilità di un grande poeta come Valerio Negrini, che scrisse il testo sulla mia musica. Vede, il fatto che noi Pooh abbiamo scelto di non avere alcun colore politico, si è rivelato azzeccato perché ci siamo sempre sentiti molto liberi nella sperimentazione, sia nei testi che nella musica. Oddio, è anche vero che, proprio per il fatto che non ci siamo schierati, in quegli anni ci hanno subito messo a destra: se non prendevi posizione a sinistra, voleva dire automaticamente che eri dall’altra parte, assurdo».

[…] È vero che lei ha strumenti musicali preziosi?
«Diciamo storici, come la tastiera Hohner che avevano impiegato i Them per incidere la hit “Gloria”, l’organo Hammond L122 con il Leslie dei Procol Harum. Con i Pooh sono stato il primo a usare questi strumenti in Italia».

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