Il cervello umano è cresciuto nell’ultimo secolo ma è calata l’intelligenza: i dati sulle nuove generazioni. Il cervello umano è cresciuto nell’ultimo secolo ma è calata l’intelligenza. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Davis Health, dell’Università della California. Stando ai dati, le nuove generazioni hanno un cervello più grande rispetto alle persone nate 100 anni fa, ma anche il Quoziente intellettivo (QI) più basso dei loro avi.
I ricercatori hanno studiato diverse dimensioni del cervello di persone nate dagli anni ’30 agli anni ’70, riscontrando un aumento del 6,6% nel cervello tra la generazione X rispetto alle precedenti. Secondo il team la crescita potrebbe essere causata da influenze esterne come fattori sanitari, sociali, culturali ed educativi. Inoltre, potrebbe ridurre il rischio di demenza legata all’età.
Ciò avviene perché studi più recenti hanno indicato che anche i punteggi del QI delle generazioni più giovani sono diminuiti negli ultimi decenni, cosa che i ricercatori hanno collegato a un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia recente (smartphone e internet). Le dimensioni del cervello non rendono necessariamente le persone più intelligenti e la ricerca ha suggerito che esiste solo una leggera relazione tra i due.
I neuroscienziati hanno scoperto che la massa cerebrale extra in realtà produce ben poco quando si tratta di intelligenza, e serve invece a consentire alle persone di immagazzinare più ricordi di tutta la vita, secondo Psychology Today. Tuttavia, le ultime scoperte potrebbero contribuire a spiegare perché la generazione Z e la generazione Alpha, ad esempio, hanno un rischio inferiore di sviluppare demenza o Alzheimer.
I dati
Dal nuovo studio, condotto nell’arco di 75 anni, è emerso che il cervello è cresciuto costantemente del 6,6% nelle persone negli anni ’70 rispetto a quelle nate negli anni ’30. Il cervello della generazione odierna misura circa 1.400 millilitri di volume, ma il volume medio del cervello delle persone nate negli anni ’30 era di 1.234 millilitri. I ricercatori hanno riferito che la crescita costante del cervello probabilmente è favorito da fattori come maggiori risultati scolastici e una Sanità migliore.
I ricercatori hanno esaminato i modelli di malattie cardiovascolari e di altro tipo di persone nate negli anni ’30 e hanno introdotto test MRI (risonanza magnetica cerebrale) di persone di seconda e terza generazione dei 5.200 partecipanti originali. Le risonanze magnetiche sono state condotte tra il 1999 e il 2019 su persone nate tra gli anni ’30 e ’70, costituite da oltre 3.000 partecipanti con un’età media di 57 anni. L’area del cervello che è cresciuta di più è stata la superficie corticale che controlla le attività motorie e le informazioni sensoriali.
Hanno riferito che l’area è aumentata del 15% in volume e anche la regione del cervello coinvolta nell’apprendimento e nella memoria, chiamata ippocampo, è aumentata di dimensioni. Secondo Charles DeCarli, primo autore dello studio e professore di neurologia presso l’Alzheimer’s Disease Research Center della UC Davis, “il decennio in cui una persona nasce sembra avere un impatto sulle dimensioni del cervello e potenzialmente sulla salute del cervello a lungo termine”.
Secondo uno studio separato, infatti, il numero di persone colpite da Alzheimer, dagli anni ’70 ad oggi, è diminuito del 20%. I ricercatori sostengono che la causa potrebbe essere legata all’aumento delle dimensioni del cervello. La crescita del cervello nelle generazioni più giovani potrebbe aumentare la connettività cerebrale, afferma lo studio, il che potrebbe portare a prestazioni più accurate ed efficienti nei compiti.
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