Catherine Deneuve: “La moglie del presidente? Ho accettato per un motivo. Devo smentire una voce su Hollande”. Catherine Deneuve è La moglie del presidente, l’attrice francese, 80 anni, veste i panni della ex première dame Bernadette nel film su Jacques Chirac. Ne parla, tra le altre cose, in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Per la prima volta ha accettato di interpretare un ruolo ispirato a una persona realmente esistita, la moglie di Jacques Chirac che rimase all’Eliseo dal 1995 al 2007. Come mai?
“La moglie del presidente si basa su una storia vera ma poi è autonoma dalla realtà, una commedia totalmente riscritta, peraltro scritta benissimo da queste due donne incredibili che sono così divertenti e brillanti, Léa Domenach (che è anche regista, ndr) e Clémence Dargent. Ho accettato perché la sceneggiatura mi è sembrata formidabile”.
Lei sembra avere il gusto di lavorare con registi anche relativamente inesperti. Léa Domenach, per esempio, qui è al suo primo film, e le è capitato altre volte di recente di girare con giovani quasi alle prime armi.
“Sì, assolutamente, l’esperienza o la fama di chi fa il film non mi interessano. Tutto dipende dalla sceneggiatura, quello è l’aspetto più importante. Se la sceneggiatura mi piace, non ci sono altri ostacoli. Rimane da conoscersi un po’ con gli autori, vedere se le personalità possono intendersi”.
[…] una volta ha preso le difese dell’altro presidente François Hollande.
“Hanno scritto che ho firmato un testo in sua difesa ma non è vero, ho solo detto che gli attacchi contro di lui erano ingiusti, senza firmare nulla. È per questo che ormai diffido dei media, con gli smartphone, internet, tutto è diventato spaventoso, ogni parola viene travisata. #MeToo, per esempio, è un movimento estremamente potente, e io preferisco non parlarne più”.
Catherine Deneuve: “La moglie del presidente? Ho accettato per un motivo”
[…] Per tornare all’Italia, due anni fa lei ha ricevuto il Leone d’Oro a Venezia per l’insieme della sua straordinaria carriera.
“È stato un grande onore, ma certo ho conosciuto l’Italia ben prima. Una volta per esempio (nel 2006, ndr) sono stata presidente della giuria della Mostra”.
Preferisce Venezia o Cannes?
“Venezia è meno ingessata. Cannes è più internazionale, c’è una forte presenza del cinema americano. Ma poi, ovviamente, la bellezza del luogo è incomparabile, Cannes non vale certo Venezia”.
Ci tornerà?
“Spero di sì, vado ai festival solo quando c’è un mio film. Ma adoro l’Italia e gli italiani, ho la fortuna di sapere parlare un po’ italiano e di capirlo bene, e questo cambia davvero le cose”.
[…] Lei ha girato oltre 100 film, molti dei quali entrati nella storia del cinema. È capace di avere uno sguardo sulla sua carriera?
“No, per niente. Non mi guardo indietro, mi muovo, vado avanti, non sono per niente rivolta al passato. A dire il vero non volgo lo sguardo neanche verso il futuro, mi basta il presente, che è già abbastanza impegnativo”.
Non le piace riguardare i suoi capolavori, o parlarne?
“No, ho fatto talmente tante cose… La carriera fa parte della mia vita, ma quando mi chiedono dei miei film passati è come se mi volessero mettere un collare e tenermi legata, obbligata a riparlare di quel tal film. Preferisco il presente, tutto qui”.
Catherine Deneuve: “Adoro l’Italia e gli italiani”
Sarebbe bello che tornasse a recitare in un film italiano.
“Mi piacerebbe molto, anche se un tempo era più facile con le co-produzioni. Ma per fortuna ci sono ancora molti scambi nel cinema tra Italia e Francia”.
Con quale regista italiano le piacerebbe lavorare?
“Tantissimo con Marco Bellocchio, ma credo che ormai lo sappia perché è un cineasta che ammiro molto sin dall’inizio, dai Pugni in tasca in poi. Mi piace la sua forza, la personalità, i temi. Ma anche se parlo italiano non è facile recitare in un’altra lingua, l’accento è comunque una limitazione. Poi mi piacciono molto i film di Nanni Moretti, che incontrerò presto a Roma”.
[…] Le piacciono le serie?
“Sono un’altra cosa rispetto al cinema, tutta un’altra messa in scena, con molti dialoghi. Con le serie lo spettatore si trova a un’altra distanza. Ma le guardo, certamente, e alcune mi piacciono molto”.
La serie preferita?
“Succession, straordinaria. Ma anche Le Bureau des légendes, la serie francese di spionaggio. Però al cinema le persone sono immerse nel film, al buio, con un grande schermo. E io non ho dubbi. Preferirò sempre il cinema”.
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