Alessandra Moretti: “Giletti? Storia tormentata. La bellezza mi ha penalizzata. Renzi narciso con sindrome del lampeggiante”. Alessandra Moretti su Giletti, Matteo Renzi, il femminismo, e non solo, l’eurodeputata vicentina del Pd, 51 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Alessandra Moretti, avvocata, eurodeputata per il Partito democratico, rappresentante di uno stile femminile anche nelle stanze del potere. Una «Ladylike» può fare la rivoluzione?
«Sono sempre stata una donna libera: di essere me stessa, di battermi per le cose in cui credo, di esprimermi secondo la mia indole, femminile ma tenace».
Qual è stato il suo primo atto di ribellione?
«Iscrivermi al Liceo scientifico quando i professori dicevano che non ero portata per la matematica. In Italia le donne vengono tenute lontane dalle materie STEM, scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, spesso per poca autostima. Da adulta e da politica mi sono ribellata tenendo in alto l’iPad e mostrando in diretta tivù gli insulti che ricevevo sul web. Ho sempre detto alle ragazze “mai un passo indietro”: ho denunciato chi minacciava di sfregiarmi sotto casa con l’acido».
Si definì Ladylike. E per quell’espressione è stata molto attaccata. Pentita?
«Non sono pentita e non ho inventato nulla, è un concetto anglosassone: si tratta della capacità di una donna che ricopre un ruolo visibile o di potere di non rinunciare alla propria femminilità. Lo hanno ribadito anche Hillary Clinton e Alexandria Ocasio-Cortez. Per me essere femminile significa essere femminista».
[…] Quando ha capito di essere bella?
«Fin da piccola le persone mi facevano complimenti per gli occhi: ricordo che mi specchiavo cercando di capire cosa avessero di così speciale. Oggi rivedo quello sguardo azzurro in mio figlio Guido».
L’aspetto fisico è stato un alleato?
«Mi ha dato sicurezza, però mi ha anche penalizzata. Il binomio “bella e scema” è spesso un’arma puntata contro».
Alessandra Moretti: “La bellezza mi ha penalizzata”
Avvocata matrimonialista e poi candidata alle amministrative di Vicenza: ne uscì vicesindaca.
«Ero incinta di Margherita, la mia secondogenita. I primi 3 mesi, come tutte le mamme, per scaramanzia, l’ho tenuto nascosto. Ma quando lo dissi al sindaco Achille Variati si congratulò con sincerità».
Ha lavorato fino al giorno prima del parto ed è rientrata in Comune il giorno dopo le dimissioni dall’ospedale. Le è sembrata una forzatura?
«Un po’, infatti credo nel congedo di paternità obbligatorio. E i congedi di maternità devono essere a carico della fiscalità generale».
Da Vicenza al Parlamento, candidata da Bersani. In tivù bucava il video.
«Mi sono sempre trovata a mio agio da Lilli Gruber e Giovanni Floris: la televisione mi ha aiutata nei momenti difficili. Amo le donne della tivù, come Bianca Berlinguer».
Matteo Renzi. Gli ha rimproverato di blandire le donne facendo leva sull’aspetto fisico: «Oggi sei carina».
«Non amo quell’approccio che trasuda superiorità di genere. Renzi è un po’ narciso e scherzando dico che ha la sindrome del lampeggiante: quando entri a Palazzo Chigi, poi vuoi tornarci. Ma le primarie del 2012 sono state le più belle che il Pd ha vissuto».
Alessandra Moretti: “Giletti? Storia tormentata”
[…] Un marito da cui si è separata civilmente. Poi l’amore da copertina con Massimo Giletti.
«L’uomo che mi ha corteggiata in modo più insistente, all’inizio non mi piaceva. È stata una storia d’amore importante e sincera, ma anche tormentata. In fondo ero una ragazza di provincia, un esponente politico d’accordo, ma che veniva da Vicenza ed era lontana dai salotti. Non amavo andare sui giornali per il bacio con Giletti, ma per la battaglia per il divorzio breve. Avevo il timore di pregiudicare l’impegno politico».
Per amore suo lui ha trascorso una notte in spiaggia dormendo su un lettino…
«Durante una vacanza a Pantelleria con gli amici mi faceva recapitare fiori ogni giorno. Ma il vero osso duro è stata mia figlia Margherita: presidiava il ruolo del papà. Massimo la chiamava la ienetta. Lui che voleva conquistare tutti dalle Moretti ha avuto un trattamento poco dolce».
Le madri di figli maschi hanno il compito di educarli nel modo migliore. Ma lei insiste anche sulla educazione delle figlie femmine.
«Mia figlia ama ripetere lo slogan “non proteggere tua figlia, ma educa tuo figlio”. Eppure con Margherita mi sono resa conto di dover azzerare ogni competizione. Le ripeto sempre che lei è molto meglio di me, ed è così. Ricopro di baci lei e Guido, per farmi perdonare le assenze».
Nel 2019 ha trasferito la famiglia a Bruxelles.
«Poco dopo è esploso il Covid. Ero l’unica che aveva casa, a cena da me venivano Brando Benifei e David Sassoli, amava le mie polpette».
[…] Se un uomo le paga il conto al ristorante si offende?
«L’emancipazione non si scontra con la gentilezza: ben vengano i signori. E le signore: mi è capitato di offrire».
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