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Francesca Fialdini: “Molestie? Ho reagito e dopo è successa una cosa. Capelli corti non piacciono? Ora rimorchio molto più di prima”

Francesca Fialdini: “Molestie? Ho reagito e dopo è successa una cosa. Capelli corti non piacciono? Ora rimorchio molto più di prima”. Francesca Fialdini sulle molestie, il taglio di capelli, la carriera, e non solo, la giornalista e conduttrice toscana, 44 anni, si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Un compromesso a cui non è scesa sul lavoro?
«Mi sono ritrovata delle mani addosso che ho immediatamente tolto dal mio corpo: dopo averlo fatto, è capitato che ottenessi più rispetto di prima. Sono stata orgogliosa di me stessa, non ho mai avuto paura di dire no in questo senso, e pazienza se avrei rischiato di non prendere dei lavori importanti. Tutte le storie sono diverse: non sono un’eroina, ho semplicemente fatto quello che rispondeva al rispetto della mia persona e della mia coscienza. Il prezzo da pagare lo devi mettere in conto, c’è sempre. Dipende che cosa scegli di essere e, soprattutto, chi vuoi essere».

Che cosa pensava quando è successo?
«Ero più giovane e, lì per lì, ho avuto anche paura che potessero esserci delle conseguenze».

Ne ha parlato con qualcuno?
«Con una capostruttura che all’epoca lavorava nello stesso programma e che mi è stata di grande sostegno. E, naturalmente, con la mia psicoterapeuta, che mi ha sempre aiutata a guardarmi meglio, e con la mia famiglia che mi diceva: ”Non preoccuparti, al massimo mangeremo pane e cipolla e vivremo bene lo stesso».

Francesca Fialdini: “Molestie? Ho reagito e dopo è successa una cosa”

Nessuna di queste persone le ha suggerito di denunciare?
«Sono andata a parlare con una commissione per le pari opportunità e ho denunciato quello che mi era successo, anche se non parliamo di una violenza, ma di un’intimidazione che sarebbe potuta diventare altro se l’avessi favorita. Dopo il mio rifiuto, quella persona non è andata oltre».

Posso chiederle se questa persona lavora ancora?
«No, era già abbastanza avanti con l’età. È in pensione».

Ha condiviso una storia molto forte.
«È una storia che ha a che fare con diverse situazioni in cui mi sono ritrovata insieme a persone che gestiscono il potere e che pensano che tu dipenda da loro. Dobbiamo imparare, però, che noi non dipendiamo dal lavoro che facciamo: con un po’ di fortuna ne troveremo un altro. L’importante è parlare agli altri alla pari».

Con il passare del tempo pensa di essere diventata una donna di potere?
«Esercito il potere nel modo in cui racconto le storie degli altri perché passano attraverso un punto di vista che è mio. Il potere esercitato in una maniera diversa da questa non mi appassiona e non mi interessa. Mi spaventa anche frequentarlo perché non sai mai dove ti può portare».

Francesca Fialdini: “Capelli corti non piacciono? Ora rimorchio molto più di prima”

[…] Lei che talento pensa di avere?
«Credo di sapere ascoltare e di appassionarmi alle vite degli altri, specie se sfociano nell’autodistruzione. Sono storie in cui non sono previsti salvatori all’infuori di chi le vive in prima persona: non è possibile delegare agli altri la responsabilità del senso della propria vita, bisogna cercaselo da soli. E questo mi affascina».

[…] Nel suo, di sommerso, che cosa c’è?
«Tante storie che non ho ancora raccontato perché ho scelto di tenere tutto ciò che riguarda la mia vita privata protetto. Sarà perché ho iniziato questo mestiere non da conduttrice, e sarà perché mi è stato insegnato a non parlare troppo di sé, delle proprie ferite e di quello che si è rotto. In questo, mi ritengo una donna del fare, come quella bellissima frase di Michela Murgia che dice che non c’è niente più forte di dire a qualcuno “ci penso io”. Ecco, io sono un po’ la donna del “ci penso io”, anche se non è sempre un bene».

[…] I suoi limiti quali sono?
«Aver rinunciato a diverse cose che mi piacciono, come fare molti viaggi, per il mio lavoro. Un lavoro che mi dà tanto ma che, col senno di poi, mi ha fatto capire che dovrei soddisfarmi di più e dovrei volermi più bene. Sono una che, come dice Barbara Alberti nel suo libro, si abbraccia severamente. Sono troppo severa con me stessa, dovrei essere più generosa».

[…] Dall’altra parte c’è, però, sempre l’ignoranza di alcuni commentatori che si riversano in Rete. Come quelli che si sono soffermati sul fatto che lei si fosse tagliata i capelli quando ha condotto Le ragazze.
«E pensare che con i capelli corti rimorchio molto più di prima (ride, ndr)».

Francesca Fialdini: “Divertente leggere i nomi che fanno al posto mio”

Intanto Dagospia fa sapere che forse Da noi… a ruota libera non sarà riconfermato per la prossima stagione e che potrebbe essere sostituito da un altro titolo e da un’altra conduttrice.
«Trovo sempre molto divertente leggere tutti i nomi che siederanno al mio posto. Al punto che sarebbe bellissimo fare una puntata finale di Da noi… a ruota libera in cui ci siano tutti loro, pronti a condurre un pezzo e a raccontare qualcosa di loro. Il problema è che ora siamo talmente tanti che non lo so se ci staremmo nello studio».

[…] Due anni fa mi disse che aveva paura di vivere una vita senza senso. Ce l’ha ancora?
«Sì, e oggi si lega maggiormente a un concetto di fertilità. C’è una parte di me che è molto materna e che, grazie al confronto con i ragazzi garantito da programmi come Fame d’amore, è diventata sempre più forte. Penso che sia importante essere fertili come persone al di là del livello biologico: bisogna essere fertili nelle relazioni e, soprattutto, nell’ascolto, facendoci attraversare continuamente dalle ferite dei ragazzi affinché sia garantito un nutrimento reciproco».

Cosa pensa dei ragazzi di oggi?
«Che è vero che non riescono più a sostenere nulla, un giudizio negativo o un brutto voto a scuola, ma è anche vero che quando tornano a casa non trovano mai nessun adulto ad ascoltarli. Sono a giocare a paddle, a fare l’apericena, sono in palestra, sono a fare la skincare dall’estetista. E i ragazzi con chi parlano? Con chi condividono il loro carico? Penso che dovremmo sentirci tutti genitori di tutti questi ragazzi perché potremmo farci insegnare da loro in che direzione stiamo andando. Alla fine del percorso saranno loro a sopravvivere, anche se stiamo diventando sempre più vecchi».

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