Neoborbonici: “17 marzo giorno dell’Unità d’Italia? Non per noi meridionali”. “È difficile parlare ancora di un’Italia unita nel 2024, ma non perchè lo diciamo noi che vorremmo essere trattati come gli altri italiani, ma per come la politica tratta il Sud da 163 anni – ha spiegato in una nota Emilio Caserta, responsabile giovanile del Movimento Neoborbonico -. Se l’autonomia differenziata dovesse passare, si arriverà a dei ‘micro-stati autonomi’ e sarebbe l’ennesima catastrofe per il Sud, forse l’ultima. Non bastano 163 anni di emigrazione?
Negli ultimi vent’anni sono partiti circa 2 milioni di meridionali: praticamente la questione meridionale sarà risolta perchè finiranno i meridionali. Altro che “i meridionali non hanno voglia di lavorare”, quando poi andiamo fuori ricopriamo ruoli importanti e di eccellenza. Ho amici e parenti quasi tutti al Nord e come me, tantissimi! La volontà dal 1861? Non far sviluppare il Sud.
Insomma qual’è stato il giovamento di questa unità d’Italia per il Mezzogiorno? Dalla menzogna della conquista mascherata per unità, ora le classi politiche, da destra a sinistra, porteranno a compimento ciò che hanno deciso, e votato, per anni. Arriveremo alle gabbie salariali per la sanità, per l’istruzione e per altre importanti professioni? Questa è la fine del Sud, e sarà la fine dell’Italia. Altro che monarchici e secessionisti (come ci dipingono) l’Italia è già divisa nei diritti, nelle opportunità e a breve lo sarà su carta, per legge”.
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