Virginia Raffaele: “Il Luna park mi ha insegnato un aspetto importante. Personaggio a cui tengo di più? La poetessa trans”. Virginia Raffaele sul Luna park dove è cresciuta e non solo, l’attrice e comica romana, 43 anni, ripercorre le tappe della sua vita in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Che ricordi ha della scuola?
“Ricordo in particolare il liceo artistico, mi piaceva tantissimo. Durante il lockdown ho riscoperto la passione per il disegno. Ho ripreso in mano l’album e ho contattato il mio professore di allora, Bernardini, che mi ha dato dei consigli utili. In Samusà il fondale iniziale è realizzato con i miei disegni, ci sono i ricordi delle giostre. Questo mestiere è un prisma, è bello quando unisci i linguaggi: la danza, il canto, la clownerie, il mimo. E, appunto, il disegno”.
[…] Le sue maschere sono state un successo. Penso a Bianca Berlinguer, o al direttore d’orchestra – rigorosamente al maschile – Beatrice Venezi. Molto attuali.
“La Berlinguer l’avevo fatta già a Facciamo che io ero, su RaiDue, ma quest’anno la giornalista ha cambiato rete, mi sembrava giusto tornarci su. Poi è successa una cosa incredibile: la sera prima che arrivasse in tv Colpo di luna, Striscia la notizia ha fatto uscire i fuorionda con lei che perde le staffe in redazione. Una casualità pazzesca. Ma non sempre è l’attualità a indicarmi la strada. Anni fa feci Michela Murgia quando non era ancora famosa; lei disse che era il primo caso in cui l’imitatrice era più famosa della persona imitata. In quanto alla Venezi, io faccio satira di costume, è un divertissement. La politica non c’entra”.
Virginia Raffaele: “Il Luna park mi ha insegnato un aspetto importante”
A quale dei suoi personaggi è più affezionata?
“Tengo molto alla poetessa transessuale Paula Gilberto Do Mar. Amo Barbara Alberti, mi sono divertita come una matta a interpretarla. O personaggi di fantasia come Donata Stirpe, che arrivano liberamente da un immaginario, non devi attingere a niente. Ma più vado avanti, più vedo che si sta assottigliando la linea che separa il reale dall’irreale, e purtroppo te ne accorgi nella quotidianità. Possibile che qualcuno dia fuoco a un cane legato? Sembra un brutto sogno”.
[…] Anche in Colpo di luna ha fatto riferimento al luna park. Giostrai si resta per tutta la vita, sostiene. Una fortuna?
“Un regalo della vita. I giostrai sanno cos’è il sacrificio ma hanno anche la capacità di guardare chi gli sta di fronte con uno sguardo ironico. Arriva il pubblico: noi da una parte del bancone vi facciamo ridere e voi, dall’altra, ridete”.
Il suo ha chiuso nel 2008. Oggi entra ancora nei luna park?
“Faccio fatica, mi arriva addosso tutto il vissuto. L’estate scorsa ero in Turchia con amici, e siamo entrati in un parchetto divertimenti piccolissimo, c’erano poche attrazioni. Mi è venuto un groppo alla gola. Loro erano saliti sulle giostre, io mi aggiravo qua e là toccando le recinzioni. Mi fa casa non la giostra in sé ma quello che ci sta intorno. È Come un eterno addio, per citare Baglioni. Un addio che non finisce”.
Cosa le è rimasto?
“Il luna park mi ha insegnato che non c’è niente di regalato, che ogni giorno devi arrivare a sera. Ma con una visione del mondo quasi giocosa, leggera. Mi ha lasciato lo sguardo sugli altri, l’empatia verso gli altri, che è importantissima per chi fa il mio mestiere. Vedevamo la gente passare, guarda questo, guarda quello…”.
Virginia Raffaele: “Personaggio a cui tengo di più? La poetessa trans”
[…] Lei ha il dono dell’ironia. Non crede che una donna spiritosa spiazzi gli uomini?
“Non so. Non mi è mai capitato che qualcuno mi dicesse: mi piaci da morire, però sei troppo simpatica. Ma poi l’ironia nel mestiere è una cosa, nella vita mi capita anche di avere momenti riflessivi, malinconici. Succede a tutti, aiuta a ricaricarsi, ma nei comici fa più effetto”.
Il suo è un mestiere solitario. Una scelta?
Credo che la solitudine non dipenda dalla vita che fai ma è una cosa più interna. “Adesso per esempio sono in tournée, è molto faticoso, ed è una gran cosa avere dei momenti da sola, mi servono. Non posso fare le tre di notte in continuazione, altrimenti l’indomani non mi muovo. Non ho più vent’anni. Anche quando preparavo Colpo di luna era stancante: arrivavo a casa la sera tardi, dormivo, la mattina di nuovo in studio. Non c’era tempo per altro se non per il lavoro”.
Ha detto che anche il suo corpo – statuario, complimenti – è frutto di lavoro. Finalmente c’è chi lo ammette.
“Per forza. Faccio allenamento funzionale, mangio sano, non posso bere tutte le sere e non dormire. Serve disciplina, impegno quotidiano. Ho iniziato a quattro anni danza classica, so cosa vuol dire. Non sono una ballerina ma mi è stata utile, altrimenti la mia Carla Fracci sarebbe stata meno credibile”.
Fa tv, cinema, ora è in tournée. Che cos’è il teatro per lei?
“È casa. Il 12 gennaio è andata in onda la prima puntata di Colpo di luna. Il 13 mattina ho preso la macchina, sono arrivata a Pesaro. Il pomeriggio ero già impegnata con le prove. Incredibile quanto mi mancasse il palco. Una gran fatica, per due ore sono sola in scena, ma lo amo tanto”.
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