Pieraccioni: “Con Pare parecchio Parigi lascio la commedia per un motivo. Ceccherini è diventato una specie di prete laico”. Leonardo Pieraccioni su Pare parecchio Parigi, l’attore è regista toscano, 59 anni, cambia registro e abbandona la commedia nel suo nuovo film in sala da oggi. Ne parla in una intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera, della quale vi proponiamo alcuni passaggi.
Una sterzata perché la commedia non tira più?
«Il pubblico si è disaffezionato. La finestra per vederli si è accorciata, dopo tre mesi li hai comodo in casa, i film comici sono quelli che ne soffrono di più, perché si pensa che i supereroi o le inondazioni rendano di più sul grande schermo. Ma anche una risata da solo o tra 500 persone è un’altra cosa».
È un Pieraccioni diverso perché è a ridosso dei 60 anni?
«Ho sempre avuto paura dei sentimenti e del sentimentalismo. Invece mi sono emozionato. Ho scritto la sceneggiatura con Alessandro Riccio proprio perché non ha mai visto un mio film».
[…] ora c’è un padre aspro, cinico.
«…Nino Frassica, professore in pensione. Assente, burbero, quasi cieco, al terzo infarto, mezzo morto. E allora prende corpo l’idea di un viaggio a Parigi con i tre figli che si erano persi di vista, un viaggio tutti insieme, io Chiara Francini e Giulia Bevilacqua, su un camper. Ma non escono dal mio maneggio. Il padre di notte vede le lucine di Pisa e dice: Parigi è sempre bellissima. Non si sa se ci creda oppure no, non è importante. La cosa bella è che finalmente si aprì a un sorriso».
Pieraccioni: “Con Pare parecchio Parigi lascio la commedia per un motivo”
[…] Quando cominciò a fare l’attore…
«I miei non hanno mai sottolineato che avessi vinto il mio Superenalotto. Mi hanno sempre fatto sentire con i piedi per terra. Ora ho mia mamma, che continua a guardarmi come se avessi 14 anni, mi giudica per come mi comporto con la mia figliola e con Laura, la madre della mia figliola».
[…] Nino Frassica non è il primo a cui si pensa per un padre burbero e cinico.
«Se uno nasce cabarettista, soffre come una bestia a non farlo. Gli ho chiesto: ma tu c’hai voglia di stare sdraiato su un camper tutto ingrugnato? I comici hanno i colori del dramma, mentre non avviene il procedimento contrario. Il risultato è che quando De Niro, uno dei cinque attori più bravi al mondo, fa il gangster comico, non è più lui, perde naturalezza. Sordi per “Un borghese piccolo piccolo” o “Detenuto in attesa di giudizio” meritava due Oscar».
Ceccherini è il cattivo.
«Ora è diventato una specie di prete laico, se ne sta arrampicato in un paesino sopra Pistoia, beve quasi solo acqua e vive in simbiosi col cane, ci dorme pure insieme. Siccome ha lavorato con Garrone alla scrittura di “ Io Capitano”, è terrorizzato dal fatto che dovrebbe lasciare il cane per non poterlo portare sul tappeto rosso a Hollywood».
La commedia deve tener conto del politically correct?
«È diventata una cosa folcloristica. Il montatore pensava di tagliare la scena dello scappellotto a una sorella. Gli ho spiegato che lo scappellotto li unisce, e lei ne ride».
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Aggiungi Commento