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Il virus zombie nei cervi spaventa gli scienziati: “La situazione può diventare grave in un caso”

Il virus zombie nei cervi spaventa gli scienziati: “La situazione può diventare grave in un caso”. La pandemia di Covid-19 che ci siamo apoena messi alle spalle (e non del tutto), è stata solo il preludio di ciò che potrebbe accadere, se in futuro non staremo attenti ad alcune malattie che richiedono, appunto, allerta. Gli esseri umani devono essere sempre vigili quando si tratta di trovare nuovi pericoli da affrontare. Specialisti provenienti dagli Stati Uniti stanno già avvertendo che in Nord America sono in aumento i casi di cervi malati di una nuova specie di virus e avvertono che potrebbe essere trasmesso all’uomo.

Il virus zombie trovato nei cervi, anche se il suo vero nome sarebbe malattia del deperimento cronico, spaventa gli scienziati. Gli animali diventano completamente disorientati e perdono il controllo di alcuni sensi. L’ultimo caso riscontrato negli Stati Uniti è stato nel Parco Nazionale di Yellowstone, ma si tratta solo di uno degli ultimi 30 riscontrati quest’anno in tutti gli Stati Uniti.

L’avvertimento

Gli esperti statunitensi avvertono che questa malattia può essere pericolosa e diventare un grosso problema per gli esseri umani: “La situazione può diventare grave quando si verifica un evento di contagio, ad esempio dal bestiame alle persone. Nessuno ha detto che ciò accadrà sicuramente, ma è importante che le persone siano preparate”, ha spiegato Cory Anderson, a proposito del caso.

La verità è che è così che è iniziata la pandemia di Covid-19. Gli esperti hanno avvertito, ma senza allarmare troppo la popolazione, e un intero Paese si è ritrovato confinato per più di tre mesi. Gli esseri umani sanno già a cosa andiamo incontro con questo tipo di contagio. Negli Stati Uniti, tuttavia, i responsabili non affermano con certezza che la malattia del deperimento cronico può diffondersi anche tra gli esseri umani.

Per ogni evenienza, raccomandano di evitare di mangiare carne di cervo. Tuttavia ci sono anche altre opinioni. “Potrebbe evolversi, e potrebbe essere una questione di tempo prima che un prione si evolva e sia in grado di infettare un essere umano”, ha affermato Mark Zabel, direttore del Prion Research Center presso la Colorado State University nel 2018, quando i casi erano molto più piccoli.

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