Lillo: “Corrado Guzzanti un fratello tranne che in un caso. Il figlio dei Ferragnez un po’ mi schifava”. Lillo su Corrado Guzzanti, Greg i Ferragnez e non solo, l’attore e comico romano, 61 anni, ripercorre le tappe della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Lillo da Torpignattara (periferia est di Roma) sognava di essere un supereroe.
«Però il costume da Batman costava troppo, non ce lo potevamo permettere, così mamma pensò bene di riciclare quello da ciociara di mia cugina, mi mandò in giro anche con le guance colorate col rossetto».
[…] A pallone…
«Ero una vera schiappa, non mi chiamavano mai in squadra, preferivano restare con un uomo in meno. Giocavo spesso da solo, con i soldatini, sempre quelli, nordisti mischiati con antichi romani e truppe napoleoniche. Mi serviva una figurina di donna, i miei mi comprarono un oplita col gonnellino e la lancia, diventò la principessa prigioniera nel castello. La chitarrina che strimpellavo faceva pure da spada, da barca, da racchetta da tennis».
In «Elf me», film natalizio uscito su Prime Video, è Trip, un elfo pasticcione. Il suo Natale più bello?
«Quando mi regalarono un fortino western completo pure di stalle».
Lillo: “Corrado Guzzanti un fratello tranne che in un caso”
[…] Con le ragazze andava sempre come sopra?
«Un disastro. Ero timido e lo sono ancora, il lavoro è stato terapeutico. Per trovare il coraggio di farmi avanti, lei come minimo doveva avermi scritto “ti amo alla follia”, e forse mi sarei dichiarato. Le mie fidanzate hanno tutte fatto loro il primo passo».
Certo che…
«Che ero proprio de coccio. Più da grande, tra i 24 e i 28 anni, giocavo tanto a tennis, mi era venuto anche un bel fisichetto. Soltanto dopo ho scoperto che a qualcuna piacevo, purtroppo non me ne sono mai accorto».
Scappò di casa per andare al concerto di Bruce Springsteen.
«Ho fatto di peggio con quello di Lou Reed. Era l’epoca della contestazione, si pretendeva che i concerti fossero gratis e si sfondavano le transenne. I soldi per il biglietto li avevo, però mi feci trascinare dagli altri. Ci beccò la polizia che avvisò mio padre, poliziotto anche lui. La prese malissimo, era molto ligio. “Non si ruba nemmeno una matita”».
Disegnava fumetti.
«La mia passione. Ma i miei volevano il pezzo di carta, mi fecero studiare Ragioneria, cinque anni buttati, una sofferenza. Poi mi iscrissi a una scuola di disegno che mi pagavo vendendo cerotti porta a porta».
E come andavano gli affari?
«Insomma, molti dicevano che portavo sfiga. Così mi misi a vendere cinte di tela ai semafori, con un amico. Le pagavo 250 lire, le mettevo a 500, si guadagnicchiava. Poi collaborai con una ditta che faceva zainetti per bambini, disegnavo orsacchiotti e paperelle. E creavo gli adesivi per Cioè, la rivista per ragazzine: cuoricini, fiorellini, pupazzetti».
Inventò Normalman, il supereroe che tanto super non è.
«Un tipo che, mangiando una cosa, diventa cento volte più intelligente e forte ma, siccome è cento volte più scemo e incapace, alla fine risulta appunto normale. E usa i suoi superpoteri per aiutare il prossimo ad attraversare la strada o a parcheggiare l’auto».
Lillo: “Il figlio dei Ferragnez un po’ mi schifava”
E in quel giro ha incontrato Greg.
«Era il 1988. Lui lavorava per la casa editrice Acme, quella di Lupo Alberto e Cattivik, io ero un freelance. Andavamo a casa sua ad ascoltare dischi o a guardare un film. Cinque anni dopo abbiamo cominciato a lavorare insieme».
[…] Le prime serate.
«Fuori Roma non ci conosceva nessuno, facevamo lo spettacolo nelle pizzerie, con la gente di spalle che mangiava o ci chiedeva una dedica: “Oh, che la sai quella di Baglioni?”».
Sul palco si sbottonava la camicia e fingeva di strapparsi i peli del torace per poi lanciarli al pubblico che se li contendeva.
«Era diventato un appuntamento fisso. E qualche pelo me lo tiravo via sul serio».
Era un omaggio a Franco Califano.
«Un amico. Ruvido ma colto e poetico, salì sul palco con noi a cantare la canzone che gli avevamo dedicato. Ci raccontava di avere avuto almeno tremila donne, il Califfo giocava in un altro campionato».
Corrado Guzzanti.
«Uno dei miei migliori amici, un fratello. A parte quando ci sfidiamo nei giochi da tavolo tipo Monopoli o Cluedo, con noi c’è anche Marco Marzocca. Siamo molto competitivi, si gioca per vincere, non c’è buonismo, spesso nascono delle discussioni, Corrado è senza pietà. Ha grande memoria, ai quiz è fortissimo».
[…] Posaman si è materializzato per il piccolo Leone, il figlio di Fedez.
«Io mi sono divertito, lui però era fan di Ironman, un po’ mi schifava».
[…] Con sua moglie Tiziana il corteggiamento deve essere andato bene. Niente dentate.
«Era una fan di Latte & i Suoi Derivati, veniva ai concerti. Ci hanno presentato e ci siamo rimasti simpatici, mi ha lasciato il numero. Per due mesi ci siamo frequentati come amici, poi il resto è venuto naturale. Siamo sposati da 18 anni e conviviamo da almeno 23».
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